A volte, abitava la solitudine rarefatta di un quadro. Le ombre lo affascinavano. Ma non sopportava la polvere, la folla, i cimiteri.
Ora, diceva a se stesso, non devi fare altro che raccogliere i vocaboli. Come se fossero frutti di stagione. Bisognava farlo prima che marcissero. Usava la penna come un’arma rivolta contro se
stesso. Solo così avrebbe dedicato parti di sé al nulla. E trascorreva giornate seppellite nel desiderio, sommerse dal desiderio. Fuggiva da una donna, ma la desiderava. Fuggiva da sé, ma si desiderava.
Si svegliava col fiatone, come se, durante la notte, avesse corso la maratona.
Non avrai altro io all’infuori di me, diceva.
©Davide Marchetta