*The crazy Polish woman

Irena aveva gli occhi gonfi di sonno e pesti di noia, stava davanti alla televisione già da un paio d’ore, se non contiamo l’esposizione distratta durante la colazione e le pulizie del mattino. Era stata inglobata dal divano sghembo come una cellula divorata da un virus e osservava con interesse la televendita di un water auto-riscaldante con un prezzo davvero allettante, ma l’offerta sarebbe scaduta improrogabilmente il sesto giovedì del primo anno bisestile a partire da poi, quindi sarebbe stato troppo difficile accaparrarselo, maledetta azienda dislocata che non paga le tasse in Italia dove però fa pubblicità e neanche riesco a comprarmi il cesso che voglio.
Lo spot di una certa acqua da bere che è talmente efficace nella sua azione idratante, perché è acqua ma talmente tanto acqua che se la bevi diventi Acqua-Girl, insomma una cosa speciale, c’è un’attrice che dopo aver bevuto ti dice che è magra e bella grazie a quella speciale pozione, ma Irena non è interessata perché non le è simpatica quella donnaccia: una facilona che si è accompagnata con tutti gli attori famosi e lei lo sa perché ha visto diversi programmi televisivi dove mostravano le sue foto, sempre con uomini diversi, quindi cara Zozzona, bevitela tu quella roba e vai coi tuoi porci amanti.
Niente zapping, si subisce la pubblicità, si ingoia per intero l’amaro calice e si attende il ritorno dell’esimio giornalista che insieme alla insigne presentatrice intrattiene e informa sui temi importanti della politica e della cronaca nera. Il telecomando è praticamente intonso, profumerebbe di nuovo se fosse un’auto, tutto è immacolato tranne il pulsante di accensione che è sbiadito e incrostato dal residuo di una merenda, presumiamo davvero calorica e grassa, depositato lì molti anni prima e imperituro ricordo di una dieta felice e appagante.
Torna Mister Pulitzer, finalmente.
Un po’ di geopolitica, un paio di guerre che se non fosse per i prezzi pazzi di certi generi alimentari non le fregherebbe nulla, diciamo la verità, comunque il giornalista ha un piglio ipnotico, si protrae verso
la telecamera, vuole indiscutibilmente fare sesso con lei e caro mio, se non fossi sposata. Lei lo guarda con gli occhi bovini attentissimi, gli sorride senza esserne consapevole, si sente un po’ una fidanzata
ma onesta, a distanza e non si vergogna quando nel profondo della sua coscienza si abbandona a un po’ di be-bop-a-lula con lui, lo sapete no? Se lui la guardasse davvero invece di interfacciarsi attraverso un televisore sarebbero guai.
Irena assorbe elementi di politica, apprezza l’eloquio raffinatissimo, impara parole nuove, denazificazione, che suono frizzante, che senso di gratificazione, se avesse tanti soldi comprerebbe armi e carri armati e aiuterebbe quel bravo signore che ama tanto la sua patria.
Sissignore, lei invierebbe cannoni sparafuoco per arrostire per bene quell’attorino con il naso rifatto che prima era adunco e restituirebbe quel popolo al suo grande sovrano, molto religioso. Se solo Irena potesse agire, invece di stare lì, con le sue carni frementi sprofondate nel divano, che voglia di contribuire al bene del mondo.
Pubblicità, la televendita del water delle meraviglie.
Irena era stufa di restare a guardare, doveva fare qualcosa. Si armò di smartphone, uno splendido modello costato quanto la moto del figlio, e aprì l’applicazione di Amazon alla ricerca di quel complemento d’arredo. Scorrevano immagini di cani che pisciavano nel water grazie a un innovativo congegno che aiutava i piccoli amici a stare all’altezza giusta, la donna maledisse il fatto di non possedere
un quadrupede. I copri-water con le cascate, bellissimi, quelli con lo squalo che salta per morderti il culo, meraviglia, lo compro e la prima volta che viene a cena quella rompipalle di suocera le faccio ingoiare tanta di quell’acqua che dovrà provare questa splendida emozione.
Scorrevano immagini di mini-cessi per i bimbi, che idea del cavolo, i bambini rompono e basta, quelli del piano di sotto facevano un baccano infernale, prima o poi Irena avrebbe unto le scale in modo che qualcuno di loro si rompesse le ossa, si sarebbe accontentata anche della mammina con le gonne sempre corte, dove diavolo andava a lavorare, in un bordello?
Chiuse Amazon perché in definitiva era proprio quello specifico water della televendita che desiderava e comunque aveva visto un talkshow, sempre su quella rete che non abbandonava mai perché era piena di giornalisti che dicevano solo La Verità, nel quale un insigne signore, non ricordava il nome, aveva spiegato che Amazon con i suoi camion rompe le strade italiane e non paga le tasse. La donna avrebbe continuato a comprare ciò che le serviva da quei maledetti furboni, ma solo beni proprio necessari e continuando a
parlare malissimo di quella app con le amiche.
Intervista a un economista, lo spread è noioso e comunque è colpa dei governi precedenti comunisti socialisti marxisti che hanno devastato l’Italia cercando nel contempo di far diventare tutti i cittadini negri, di quelli proprio neri neri, poi hanno creato delle materie scolastiche di sessualità con l’intento di far cambiare genere ai bambini e pure il Papa era allarmato. Comunque la parola “socialista” è deliziosa e fa sempre un figurone quando si sfoggia in società, sui social, appunto.
Irena riprese lo smartphone e apri Facebook, fece scorrere velocemente i post di saluto, si vabbè ciao, cuore, faccina sorridente, scorri scorri, amica con le tette finte da prostituta che fa schifo, smile, marito di amica che va in moto, tutti questi soldi ha? Ladro miserabile di un edicolante, smile, cane scomparso aiutatemi a ritrovarlo, (commozione) cuore, post sponsorizzato di un tizio in canotta che spiega perché gli israeliani vanno sterminati, ascolto, segui profilo, commento: grazie per le informazzione.
Post vari assertivi, molto ironici e originali, frasi motivazionali “i poveracci non sono quelli che non hanno niente nel portafoglio, ma quelli che non hanno niente nell’anima”, cuore, sospiro, frasi aggressive con il turpiloquio censurato tramite * sulle Z di “cazzo”, smile e cuori, poi arriva la foto di una nota presentatrice che è stata operata d’urgenza per un brutto male e si rivolge ai suoi fans per raccomandare loro di fare prevenzione.
Ah è quella che fa i programmi di cucina, che si era fidanzata con Coso, ma figurati, io quelle reti non le guarderei manco se si rompesse il televisore, covo di comunis… no, di socialisti, che mi fanno pure pagare per mantenerli, schifose zekke (perché Irena pensava ormai come scriveva).
Si immerse nella lettura dei commenti preparandosi a insultare la presentatrice in modo sottile e ironico.
Sagace1 commentava che quella parlava così solo perché è ricca e si può permettere di farsi curare, basta con le star della tv che ti danno consigli ma non sanno cosa vuol dire essere una persona normale.
Sì, giusto, assentiva Irena. Cuoricino.
Sagace2 si chiedeva se la foto dell’articolo fosse stata scattata in una camera singola, forse in una clinica privata?
Ecco, giusto, disse a voce alta Irena come se avesse ricevuto un’illuminazione che neanche San Paolo. Cuoricino apposto con enfasi.
Figlia-di-Satana si intromise nella discussione scrivendo che la Sanità in Italia non funziona come negli Stati Uniti, se hai bisogno di un intervento urgente non c’entra nulla essere famosa o ricca e aggiunse la frase che fece più arrabbiare tutte le anime fuori di testa presenti: il nostro Sistema Sanitario, pur con tutti i suoi problemi, funziona e salva la vita a tutti (frase chiaramente socialista) quindi va preservato votando con criterio.
Ecco! Questa stronza ce l’ha con me, pezzo di mer * a, no, via l’asterisco, pezzo di merda comunista, anzi Komunista, anzi zekka, io ti distruggo, ti insegno a vivere, anzi dopo la mia ramanzina desidererai solo morire.
Irena andò a scartabellare nello schedario del rancore all’interno della sua memoria e trovò subito un ricordo adeguato allo scopo, dunque elaborò la filippica e diede invio: “tu sarai pure una paziente ma mio nonno pure era paziente che è morto di malasanità, abbandonato nel reparto che tutti lo sapevano che era ‘il reparto della macelleria’ perché ci facevano morire tutti senza curarli, quindi tu sei solo fortunata col tuo cancro e non so che altro quindi cara vivi nelle favole”. Gliele aveva cantate, l’aveva umiliata, asfaltata, neutralizzata, cancellata dalla faccia della merdosa Terra, altroché!
Naturalmente non esisteva alcun reparto della macelleria, quella era una fioritura, diciamo un belletto letterario che le era uscito particolarmente bene e si compiaceva con se stessa rileggendo avidamente il proprio post, come praticasse autoerotismo. Il paziente era lo zio, ma aveva preferito scomodare un anziano nonno che suscita più emozione, e non era una malattia terminale ma un controllo alla prostata: lo aveva accompagnato in ospedale con la sua Twingo gialla e per ritirare il referto e parlare con l’andrologo aveva perso mezza mattinata ma nulla di grave.
Il fatto era che quella stronza si era permessa di insinuare qualcosa con quell’accenno al voto, Irena era sicura che ce l’avesse proprio con quelli come lei che si informano guardando tutte le ottime trasmissioni di quel quarto canale e quindi sanno cosa succede nel mondo mentre loro, i nemici, i socialisti, quelli che vogliono far cambiare sesso ai bimbi dell’asilo e poi farli riprodurre coi negri per cambiare la razza degli italiani cattolici, mentre quelli insomma se ne stanno a cucinare le ricette del primo canale e a fare orge coi migranti. Lei lo sapeva che qualunque monito a votare in maniera oculata era rivolto a lei, che quei Pepponi le facevano la morale e volevano farla sentire inadeguata e invece Irena sapeva tutto perché
viveva letteralmente davanti al quarto canale e si abbeverava avidamente al verbo dei giornalisti seri che le spiegavano esattamente chi dovesse odiare, asfaltare, distruggere e quali argomentazioni usare.
La Polacca fuori di testa era sempre in cerca di un nemico, di una causa per la quale menare i pugni, qualcuno da abbattere: i social le avevano regalato un meraviglioso campo da gioco e il quarto canale
un ottimo addestramento. Era motivata, arrabbiata, frustrata, delusa da sé stessa, invidiosa della vita degli altri e desiderosa di fare qualcosa che avesse un peso, per cui essere ricordata.
Dopo la terza televendita dei cessi scaricò Telegram e si unì al gruppo “casalinghe che vogliono ammazzare Mattarella”.


Nda *The crazy Polish woman si riferisce al personaggio creato da Stephen King in “Cose preziose”, perfetta rappresentazione dell’utente social medio, sempre incazzato e alla ricerca di un post sotto il quale litigare e scaricare le proprie frustrazioni.

©Ale Ortica

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