Scorie [5]

© ph. A. Martinenghi

L’ARIA TRISTE DELLE CASE IN VENDITA

“Solo l’ombra conosce i segreti delle case sbarrate,
solo il vento respinto
o sul tetto la luna che fiorisce”
da “Ode alla casa abbandonata”
– Pablo Neruda –

L’aria triste delle case in vendita. Le persiane sconfitte dal sole implacabile e dal gelo silenzioso. Le crepe sempre più profonde. Il cartello “VENDESI” che pian piano stinge, finché il numero di telefono diventa solo un’ombra.

Anche chi ha messo il cartello è invecchiato. Tutti vendono, nessuno compera più. E dietro, dietro quell’aria sconfitta, dietro l’incuria che fa male, che dissesta i tetti, inumidisce i muri, che lascia entrare vento, topi e piccioni, resta il vuoto di chi c’era, le abitudini lontane.

Le case non sono che scatole delle nostre vite: scatole che contengono altre scatole. Scatole di scatole: cibo, pentole, abiti, ricordi, chincaglierie inutili. Scatole riempite fino a scoppiare e poi svuotate una mattina d’agosto, come si dovesse partire per il mare e si mettesse su tutto sul camion: il letto, l’armadio e anche la specchiera, si sa mai che il mare voglia specchiarsi proprio lì dentro.

Le case sono nostre silenziose testimoni, un album di ricordi vivi: quel segno sul parquet lasciato dallo sgabello del pianoforte, le facce nelle piastrelle di graniglia, i segni nelle travi, le porte sbattute, il sussulto del frigorifero di notte, standby di lucine che segnano il sonnambulo andare. Le case e i loro odori. Le case che si fanno la doccia nella pioggia, si asciugano nella brezza, ci guardano andare e tornare. Poi un giorno solo andare…

Le case chiudono i loro occhi vecchi, ingoiano lacrime che non possono avere e restano lì con lo sguardo spalancato, fisso e sbeccato, con un vuoto che non possono raccontare, fatto di un pieno che non c’è più, a fissare chi distratto non le osserverà marcire. Fino al giorno in cui, altri occhi guardando bene, vedranno una possibilità fra i ruderi, vedranno spazio e non vuoto. Sentiranno una voglia nuova di farsi casa e diventarne il cuore, di abitare un abito nuovo con persiane spalancate riverniciate di fresco, a incorniciare un altro cielo, pieno di quel sole che si farà implacabile dopo il gelo silenzioso.

© Anna  Martinenghi, 2018
 

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