Schwa

È il miglior Governo possibile, quasi un condominio, ma di quelli piccoli, che non necessitano di amministratori, solo qualche piccolo fraintendimento, una scaramuccia, irrisori dispetti riparatori e poi
tutti amici. La luce delle scale accesa anche di giorno, il ministro non si pulisce i piedi e lascia macchie di fango sulle scale, la ministra gli lascia una bambolina voodoo con gli spilli nelle palle sul pianerottolo, qualcuno ha defecato davanti a una porta perché l’inquilina dell’attico ha allargato il bagno trasformandolo in tavernetta con cucinino, ma siccome è quella con la metratura più alta detta le regole e gli altri sfogano la propria frustrazione come possono.
Metà di loro sono parenti, altri sono fratellastri e non lo sanno, poi ci sono quelli cresciuti insieme e quindi sono come fratelli, gente che ti deve un favore e quindi fedelissima, i ricattabili, i soldatini
della causa, il soldato Ryan, tutti gli uomini dell’impudente.
Si viaggia bene, nessuna curva a gomito, si viaggia in tondo, sempre, non si va da nessuna parte perché la perfezione è stare là, muovendosi sempre per non arrivare mai.
Una legislatura lunga vent’anni, con gli amici di sempre, le tavolate della domenica, il villano del gruppo che però ti aiuta nel lavoro e quindi lo devi sopportare, in fondo è simpatico e anche se non lo
sopporti tu, il popolo fuori dalla finestra gli perdona anche le puzzette, perché fuori da quella finestra tutti fanno le puzzette e quindi è come avere un rappresentante del peto in Parlamento.
L’elettore si sente gratificato.
Qualunque dissidio si dipana da sé, non c’è bisogno di parlarne, si rischia di esacerbare gli animi e allora meglio stare ognuno nei propri appartamenti, aspettare che l’ira si dissolva e poi tornare a far l’amore nei prati, tutto il condominio.
Il popolo approva.
Il popolo sogna una comune degli anni Settanta e ne vorrebbe far parte, ruttando e facendo puzzette accanto al ministro delle marachelle.
Quello suona la chitarra e vorrebbe essere uno dei Beach Boys, ha pure scritto una canzone, non proprio degna del Serale di Amici ma ognuno sogna come può. Il lettore si sarà fatto un’idea, avrà elaborato una propria teoria e allora non faremo alcun danno svelando che è proprio lui il condomino che caga sui pianerottoli.
Più di questo non ha il potere di fare, ognuno sogna come può.
L’attico si sveglia ogni mattina con la voglia di non fare un cazzo, ha tutto un giro di suggeritori che sibilano consigli su come mantenere l’aria ferma, non aprite le finestre altrimenti entra il puzzo della
guerra che tanto è lontana, non ci riguarda. L’attico vuole solo tornare a sprofondare la testa sotto il cuscino, ancora cinque minuti, adesso scendo.
Le finestre sono state chiuse ermeticamente, nel condominio non si respira, i vetri sono tripli e a malapena si possono udire echi di bombardamenti lontani, lasciamoli lì, nei palazzi di qualcun altro.
I suggeritori hanno sempre idee fantastiche per ispirare positività agli elettori, li fanno divertire suggerendo ai condomini piccole sciocchezzuole da dichiarare ufficialmente, le barzelle sporche,
ipotesi di leggi impossibili che quelli ci cascano e si allarmano, poi capiscono che non era vero niente e ne ridono sollevati: come guardare un horror con la sospensione della realtà e la paura che passa alla fine del film. Le dichiarazioni vengono confezionate e regalate al popolo tramite la cinetv, una trovata interessante di questo Governo che si è meritato una così lunga vita proprio grazie a idee tanto ardite e visionarie: Italia 1, Italia 2, 3, 4, 10, 20, 30, tutto l’etere pieno di Italia Numero, emittenti parenti, c’è posto fisso per
tutti i condomini e i consanguinei e gli amici e gli amici degli amici, figli cadetti, nipoti della cuoca del condominio, gente col cappello in mano e le mutande calate, gente che c’ha tanto bisogno, il figlio che
se deve sposa’, fate la carità.
Il Governo ha un posto per tutti, un loculo vista mare, pizza e mandolino, il Governo è amicone.
A un certo punto se ne esce uno, un outsider, un tizio che forse è un infiltrato del male, inviato dai Signori dei Sith, parla un idioma antico, non usa la lettera K in luogo di CH, utilizza desueti tempi verbali e li accorda con grazia, gli si attribuisce l’uso di cachemire e camini come segno distintivo di stramberia. Il nostro Darth Vader comprende a stento l’idioma del condominio e dei suoi estimatori ma usa comunicare con chiunque abbia voglia di fare amicizia con lui, non ha un camino ma una villetta con riscaldamento
centralizzato e non indossa cachemire perché riceve periodicamente gli sconti di Piazza Italia e gli sembra da stupidi non approfittarne.
Questo strano figuro si è fatto venire in mente che la burocrazia italiana potrebbe giovare di un simpatico espediente, un simbolo grafico neutro che potrebbe sostituire maschile e femminile, eliminare lunghissimi preamboli e rivolgersi a tutti, senza escludere nessuno, tutto in un solo carattere.
In un tempo in cui l’elettore medio è molto concentrato su come risparmiare tempo ed energie comunicative, tanto da aver creato un nuovo gergo, più snello e sintetico, “cià bro, da dv digt? M o f? ciè, ma lol, dvero?”, l’utilizzo di asterisco o schwa potrebbe risultare interessante, sostituirebbe lunghe formule ripetitive declinate al maschile e al femminile.
Bello, ci piace, usiamolo. Il morbo dell’idea si espande velocemente sul terreno fertile e concimato con la merda, così tutti gli elettori vengono raggiunti da questa novità.
Il condominio, asfissiato dal tanfo di chiuso dovuto alle finestre sempre sigillate, soffre di visioni a sfondo religioso e si sente minacciato da qualunque cosa nasca sulla merda sparsa accuratamente all’esterno allo scopo di coprire ogni cosa: al condominio piace vedere la spianata, la trova ordinata, la vegetazione fa foglie, disordine, andrebbe curata e accudita.
L’immaginazione galoppa e i mistici del condominio vedono asterischi e schwa che invece di interpretare la realtà, la cambiano.
Bambini col pene mozzato da un colpo di asterisco, donne che copulano fra loro (ma questo è un sogno bello, molti mistici del Governo si gingillano con questa immagine), uomini che si chiamano Gennaro e diventano Genny inseguiti da una schwa, ma non è un diminutivo e non sono napoletani, madri e padri che si scambiano ruoli e intimo, non si sa più chi porta il reggicalze in famiglia, il rasoio per depilare l’inguine prodotto in modo da poter depilare anche il mento e le teste e le teste di cazzo, anche.
L’attico prende in mano la situazione, raggiunge il bat-telefono e chiama in vivavoce i direttori delle testate giornalistiche Verissimo, Liberissimo e Giornalissimo, “pronto cuggi’, pronto Coso, amico
Friz, si cià, cm va bro?”, convenevoli, poi dritto al sodo, “abbiamo un probblema fra’, dobbiamo salvare l’italiano. No uno specifico, la lingua proprio. Scatenateve”.
E allora le testate invadono social e talk tv coi loro titoli evocativi in difesa della purezza della lingua italiana: asfaltate i komunisti della schwa, malooxanno questi l’italiano? Ruspare, disintegrare,
spolpettizzare gli asterischi! E gli elettori, con il mandolino in mano, Col caffè ristretto Le calze nuove nel primo cassetto Con la bandiera in tintoria E una Seicento giù di carrozzeria, i bravi patrioti, e le casalinghe di Voghera che restano un mistero nella loro unicità, e tutte le Maria con gli occhi pieni di malinconia,
poi Dio, scusa se ci sono anch’io, tutti convengono che quel vecchio adagio del riscoperto filosofo Vito Catozzo è la Luce e la Via: mio figlio, se scoprirei che la lettera schwa lo farebbe diventare un orecchione, vivo gliela farei mangiare.
È stato un attimo, quella speranza di veder spuntare un filo d’erba nella spianata del condominio, ognuno sogna come può.

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