Partendo dalla suggestione del film Rashomon di Akira Kurosawa abbiamo preso una fotografia scattata da Viviana Gabrini e alcuni Sviaggiatori hanno raccontato una storia interpretando l’immagine a modo proprio.
Il risultato è sorprendente. Perché ogni cosa è vista con i propri occhi e ciascuno di noi ha una sua narrazione della vita e di ciò che vede, anche se l’immagine è la stessa.
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Non era stato difficile. Non lo era mai. Soprattutto se si trattava di una bambina bionda, con gli occhi azzurri che sembrava più piccola di quello che era.
Inquadrati nella folla dopo la pioggia battente, riflessi in pozzanghere viola per la luce del cielo che si mescolava a quella dei lampioni, era bastato che la vedessero piangere disperata.
«Piccolina, che hai?» Le aveva detto la donna chinandosi accanto a lei.
«Mi sono persa… » Aveva tirato su con il naso e si era asciugata un occhio con il dorso della mano.
«Vieni, ti aiutiamo noi», aveva detto lui allungando un braccio.
La bambina non aveva nemmeno dovuto fingere sollievo: aveva freddo, era stanca.
Sì era fatta prendere mano nella mano dai due badando di stringergliele forte e dirigerli verso il vicolo, senza che se ne rendessero conto.
Cosa succedeva dopo non lo vedeva mai. E nemmeno lo desiderava.
Mamma e papà sapevano che fare.
Sperava solo si sarebbero accontentati di quell’ultima coppia.
Almeno fino alla sera dopo.
©Barbara Garlaschelli, 2019