Il vecchio distratto non si è accorto di essere finalmente non più solo, come direbbe il suo amico tedesco Peter. Ora è uno con molti, uno con tanti, come gli ripete il suo socio gallese Dylan. Va a passeggio con Jacques tra i filari d’alberi di viale des Gobelins, e nessuno gli toglie dalla testa la musica dell’indifferenza che, una volta, gli ha fatto ascoltare Samuel. Strano tipo ‘sto Samuel, si circonda di barboni e decanta giorni felici, dice d’avere un appuntamento con un certo Godot che non spunta mai e intanto cancella ogni mattina i fallimenti di cui ha scritto durante la notte.
Meno male che il vecchio distratto si consola con lo scherzo infinito di David: lui sì che gli indica nuove vie. Lui sì che cammina all’ombra del meridiano di Cormac. Intanto, il buon Georges colleziona istruzioni per l’uso di una vita che sa non troppo breve. E il suo maestro Raymond sta inseguendo la piccola
Zazie. Raccoglie fiori blu, Raymond, in un campo in cui Italo incrocia sentieri, nidi e destini. Pier Paolo, un po’ in disparte sta a guardare e raccomanda che bisogna essere molto forti per amare la solitudine. Il vecchio distratto non ignora nessuno dei loro suggerimenti. Deciso ad affrontare una volta per tutte il rumore bianco con cui lo sta assordando Don, si schiera contro il giorno seguendo il consiglio di Thomas. Eh sì, al vecchio non rimane che cercare se stesso nei luoghi più improbabili, in compagnia dell’animula vagula blandula il cui fascino gli svelò la cara Marguerite. Gustave gli ha raccontato con ansia meticolosa di un cuore semplice, proprio mentre Charles gli descriveva i suoi amanti mollement balancés sur l’aile du tourbillon intelligent. Ma ora è tempo di ascoltare Glenn che suona Bach: tutto lo scibile umano, trattati, romanzi, poemi, migliaia e migliaia di pagine, spiegati e raccolti in cinque minuti di musica.
©Davide Marchetta