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Si accarezzava la pancia senza pensarci, un gesto spontaneo, involontario, del quale era quasi inconsapevole. A volte prendeva coscienza della curva innaturale per il suo corpo esile, e sorrideva,poi dimenticava.I peperoni li aveva piantati lui a giugno, non sapeva quando fare questo lavoro e sulla confezione dei semi non c’eranoleggi »

«Maestro…» «Professore…» «Esimio…» «Vostra Eminenza…» L’ultimo appellativo parve un po’ eccessivo a chi, dei presenti, aveva ascoltato quel brusio sommesso e sottomesso che accompagnava l’incedere dell’ospite d’onore ma lui, l’ospite d’onore, non parve accorgersene, preso com’era dalla sacralità del momento. Mentre scendeva le scale dell’antica cantina scavata nel ventre dileggi »

Ho solo le mie parole povere per affrontare il mondo 14 vocaboli o poco più sempre la stessa poesia per dire tutto per comprendere la complessità colossale So solo guardarmi dentro ho armi spuntate per la realtà le mani vuote nessuna soluzione ai problemi grandi ai mali del nostro tempoleggi »

La sua grafia era quasi una porno-grafia. Per la morbosità acuminata del tratto. Sembrava quella di un mago, un prestigiatore, un illusionista da circo di paese. Ancora tu, sbuffava davanti allo specchio. Ma non c’era più tempo: al lavoro, diceva, al lavoro. C’è da distruggere me stesso. Anche oggi, aggiungeva,conleggi »

Aveva sempre ceduto il passo ai sogni. Era la sua maniera di stare al mondo, di affrontare gli altri. Aveva la mente prigioniera della mente. Chiedeva al primo che incontrava: Giochiamo a mente prigioniera? Sulla vita consultava se stesso da morto. E si permetteva di uscirne vivo. Si esercitava aleggi »

“Buongiorno, giovanotto, sono venuta a costituirmi. All’ora di pranzo ho ammazzato mio marito”.L’appuntato Carmelo Leone fissò la donna davanti a sé e pensò due cose: la prima era che la vecchietta, così piccola, canuta, tonda e rosea, gli sembrava uscita da un libro di fiabe e la seconda che laleggi »

Nel tempo senza poesia contiamo i nostri giorni il ghiacciaio sciolto del mondo avverso a cui abbiamo dato fuoco Diamo colpe senza prenderle non ci riconosciamo nel riflesso dello specchio del disumano paralizzati dalle paure che nutriamo e tiriamo grandi Ci salva mettere in salvo il poco che conta davveroleggi »

Swiiiish, Zap Gemiti Swiiiish, Zap Mugolii sommessi Respiri veloci e pesanti Swiiiish, Zap «Mio Dio!» «Ti ho detto che te devi sta’ zitto. Obbedisci al padrone, topo di fogna» Swiiiish, Zap «Eh Madonna, che male!» «Zitto imbecille!» «Eh no, imbecille no…» «Come imbecille no? Dica, me faccia lavorà.» Swiiiish, Zapleggi »

Il torto più grande che è stato fatto alla Musica è quello di averle dato una data di scadenza: esce undisco, lo si promuove per un po’ e dopo qualche mese lo si dimentica perché distratti dal nuovo. Unturbine escogitato dal music business in nome del guadagno, che ha inquinatoleggi »

L’uomo si fermò davanti a una struttura che sembrava un ristorante cinese, o forse una specie di pagoda, un edificio di tre piani, ognuno con un tetto spiovente e gli spigoli verso l’alto. Si accedeva attraverso un’arcata dorata, percorrendo un acciottolato bianco, luminoso, graziosamente impreziosito da piccoli led a formaleggi »