I fantasmi, diceva. Nella vita di tutti i giorni, rischi di non vederli.
Ma poi, di notte, vengono a tirarti le coperte. Così, arrivava la lettura di un romanzo, che lo disorientava e lo isolava. Oppure passava ventiquattr’ore senza un taccuino: una prova ardua da superare, diceva. Allora, ingoiava parole come pillole. Oppure, se la prendeva perfino col sole che si nascondeva dietro il suo
malumore. Capiva che quel sole stava dando consigli sbagliati alla sua anima. Povero e inesperto: è così che si percepiva. O forse è così che avrebbe sempre voluto essere.
Perché, chiedeva davanti allo specchio, devo prolungare il mio rapporto con te?
©Davide Marchetta