Dice che la vuole tutta nuda.
Sara si spoglia senza fiatare. Accenna un sorriso che nessuno può vedere perché è buio. Ha mal di testa, ma la parola esatta sarebbe “stordimento”. Forse “confusione”? No, “stordimento”.
Ha la fissa per il lessico, Sara. Deve sempre cercare il termine che descrive una condizione o uno stato d’animo.
«C’è qualcosa che non va, bambola?» dice Luca attirandola a sé.
«No, amore. Tutto bene.» Sara è certa di amare suo marito, ma se in questo momento dovesse descriverlo avrebbe delle difficoltà. Pensa che forse è il vino che ha bevuto a cena o forse qualche scherzo dell’età. Forse qualcosa di grave? Sara scaccia quel pensiero dalla testa e cerca di rilassarsi.
Luca le sta baciando il collo con trasporto, ora è sceso sui seni. Ne tiene uno chiuso nella mano mentre l’altro è vittima della sua bocca avida.
Sara inizia a eccitarsi, ma non riconosce quell’odore di dopobarba. Chiede al marito se l’ha cambiato. Lui le risponde di si, così Sara si tranquillizza.
«Andiamo sul divano. Mettiti a pecora. »
Quell’ordine perentorio del marito la fa eccitare. “Stasera vuole giocare al cattivo. Mi piacciono le novità! Peccato che non mi senta in forma.” Pensa con rammarico mentre la sua testa sembra voler esplodere.
Si accomoda sul divano come le è stato indicato, poi sente una mano che le preme tra le scapole e la costringe ad appoggiare la guancia sul cuscino.
«Ecco così, brava troietta. Voglio sprofondare nel tuo culo.»
“Troietta? Culo? Luca si sta calando molto bene nella parte del cattivo.” Pensa Sara, sentendo i suoi umori scendere lungo una coscia.
Luca la penetra con la sua asta eretta senza preavviso. C’è poco tempo e deve darsi una mossa. Sara dopo un attimo di esitazione, pensa che la parola giusta sia “immedesimazione”: Luca è il cattivo e lei la troietta, va tutto bene. Inizia ad assecondare i movimenti di lui ruotando il bacino in modo ritmico. Ma ora Luca sta esagerando: i suoi colpi sono frenetici e violenti. Le stringe i seni tanto da farle male e il suo respiro sul collo inizia a darle fastidio. Sara grida: «Basta, stai esagerando!» Cerca di divincolarsi da quella gabbia umana ma lui la stringe ancora più forte e poi esplode in un grugnito selvaggio e si abbandona sopra di lei.
Sara non riesce a reggere il peso e le sue gambe cedono. Sente una nausea improvvisa, vorrebbe vomitare ma non riesce a muoversi e nemmeno a parlare.
L’uomo si alza di scatto e in fretta e furia si riveste. Scappa dall’appartamento sbattendo il portone.
Sara inizia a vomitare e insieme a ricordare. Lei e suo marito che tornano a piedi dal ristorante dove hanno passato una piacevole serata romantica. Nei pressi della loro abitazione Luca riceve una chiamata di lavoro. Lui che le dice di aspettarla a casa, che la raggiungerà poco dopo, quando avrà terminato la telefonata.
Mentre cerca le chiavi di casa percepisce una presenza alle sue spalle, poi il rumore di uno spray. Poi il vuoto.
Suo marito entra in casa e sconvolto le chiede cosa è successo.
Sara vomita mentre la sua testa è un groviglio di parole: inganno, rabbia, sciagura, umiliazione. Nessuna di esse da sola può contenere quella condizione.
©Roberta Fava, 2019
©Nebula, foto di Leonardo Cassi