Legittima difesa [5] di Barbara Garlaschelli

Leggo per legittima difesa
(attribuita a Woody Allen)

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“Sono stata una bambina pericolosa per sé e per gli altri.
Mi è andata bene. Se fossi nata solo cinque anni prima
del 1970, in un altro contesto sociale, avrei potuto essere
io quella bambina nuda, legata con cinghie di contenzio-
ne a un lettino spinto contro i margini dell’abisso dove, se
precipiti, non ci sarà nessuna mano ad afferrarti.”

da La prima verità di Simona Vinci (Einaudi)

Ci sono libri che ti entrano dentro e lasciano un segno. Lo senti mentre li leggi. Sono libri che ti cambiano, in qualche modo. Ti regalano una nuova prospettiva, che è il “compito” che, secondo me, uno scittore deve assolvere. Cambiarti prospettiva e aiutarti a non dimenticare.
“La prima verità” è uno di questi libri.
Simona racconta una verità che è questa: la verità non è “una” ma è “tante”, tante quante sono le persone che la indossanno.
Tocca un tema tabù che è quello della follia e della sua rimozione da parte di tutti, istituzioni comprese. E di un tempo – la dittatura dei Colonnelli in Grecia – in cui i diversi (e bastava pochissimo per essere bollati come tali) andavano cacciati e reclusi.
Racconta di un’isola non tanto lontana, Leros, e di un tempo non tanto lontano. E racconta anche di sé e del posto in cui vive, Budrio, con i suoi mattucchini.
Della trama non voglio dirvi perché i libri per capirli bisogna leggerli e poi ne stanno parlando giornali e tv.
Credo sia stato difficile e doloroso per lei raccogliere, negli anni, le informazioni necessarie a costruire questa storia, così forte e importante.
Una storia di uomini e donne e bambini brutalizzati da altri uomini e dalla Storia e poi dimenticati, gettati come carta straccia in un angolo di una stanza.
Dentro questo romanzo ci sono tante voci e tante storie, tante domande e poche certezze, a parte quella che solo la scrittura può restituirti: quella di esistere nelle parole dense e poetiche di una scrittrice che non vuole dimenticare né far dimenticare.
E’ una storia di donne e uomini perduti.
E’ una storia in cui avremmo potuto esserci dentro tutti noi.
Perché da vicino nessuno è normale.

©Barbara Garlaschelli, 2016

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