“L’ODORE DELLA SOFFERENZA SUSCITA SEMPRE DISGUSTO NELL’ALTRO”
Questa frase è tratta da “ La donna di Gilles”, romanzo della scrittrice belga Madeleine Bourdouxhe, pubblicato per la prima volta nel 1937 e da allora sempre ristampato. La ragione delle innumerevoli copie sta nella storia così reale, troppo reale, da non perdere mai consistenza nonostante il tempo che passa e passando erode, assottiglia, smangia. “ La donna di Gilles”resta integra, sopravvive intera agli anni, come tutte le verità incontrovertibili.
La protagonista, Elise, scopre che il marito Gilles la tradisce. Il dolore è insopportabile, ma lei se ne fa carico. Accetta, in silenzio. Il dolore deborda, ma lei lo contiene. Soffre, sotto la pelle. Sopra no, non può permetterselo.
Perché “l’odore della sofferenza suscita sempre disgusto nell’altro”, è una puzza incompatibile con l’amore, chi la porta addosso rischia di perdere nasi e cuori. Anzi, no, scusate.
Ripropongo la frase secondo una logica che ammette umanità e compassione, una logica ancora capace di assecondare la vita. L’odore della sofferenza è una puzza incompatibile con l’amore, sì, ma quello bugiardo. E chi la porta addosso rischia di perdere nasi e cuori, è vero, ma incapaci di sentire, buoni soltanto a simulare.
Quindi, puzziamo liberamente, che si tratti di dolore, nostalgia, gioia o speranza. Perché alla fine, chi ci ama ci annusa.
© Elena Mearini, 2016