09.
Confine. Svizzera da una parte, Italia dall’altra. In mezzo, una linea sottile. Sopra, il cielo è lo stesso da ambo i lati.
Una guardia di confine mi ferma.
– Autostrada o superstrada?
– Autostrada, gli rispondo.
– Allora si accosti con l’auto. Paghi il pedaggio, poi potrà proseguire.
In Svizzera l’autostrada si paga una volta l’anno, una quarantina di euro, il limite massimo consentito è di cento chilometri orari, con tratti a ottanta.
Raggiungo in brevissimo tempo Lugano, superando le file di macchine in coda all’uscita di Mendrisio.
Mi ritrovo senza connessione internet e senza navigatore, ho dimenticato di attivare il servizio connessione all’estero. Come muovermi? A senso mi porto sul lungolago e cerco un parcheggio che mi permetta di girare a piedi. Sempre lui, il sesto senso, più fedele di un qualsiasi orologio svizzero, mi sollecita a proseguire, a non fermarmi al primo parcheggio che incontro sulla cartellonistica. Ecco che arrivo a quello centralissimo di piazza Castello nei pressi del Casinò. Ci siamo.
Da qui mi gioco il tutto per tutto.
Ma una domanda: Ne varrà davvero la pena?
© Raffaele Rutigliano, 2014