05.
All’indomani lascio Vicenza. Alla ricerca di un distributore di metano aperto – è ora di pranzo – arrivo fin sotto la porta delle Alpi. Qui l’autostrada della Valdastico termina. Di un distributore aperto neanche l’ombra, solo una fitta rete di strade secondarie che si rimandano da Schio a Bassano del Grappa. Riprendo l’autostrada, dietro front su Vicenza, poi Milano.
L’ultima area verde con laghetto l’ho lasciata a Marconi (VI), bellissima. Una volta sulla Venezia-Milano non riesco a non distogliere lo sguardo dal cemento, con l’auto sfioro perpendicolare tutto l’asse industriale della Pianura Padana. Odori nauseabondi di fabbriche si mischiano al profumo del Grana Padano e pandori vari e mandorlati. A Verona riesco a fare il pieno. Esco e rientro in autostrada.
Milano la sento vicina, anche se ci vorranno ancora due ore, il traffico è intenso.
A Milano non ci sono mai stato, forse perché non ci sono nato, sarà la mia prima volta. La conoscevo come la città vicino l’Europa. E ora l’immagino come la donna elegante, champagne nella mano, che si nasconde tra le sue guglie per farsi trovare.
© Raffaele Rutigliano, 2104