14.
LUGANO – Prossimo obiettivo Manpower, sì, una delle agenzie più conosciute. Via Pretorio, 11. In pratica mi trovo nel girare palazzi senza civico. Non hanno citofoni, nulla. Eppure siamo nel centro di Lugano a ridosso di quello storico, che è a ridosso del lago omonimo. Anche i palazzi sono a ridosso, l’uno dell’altro. Colori spenti, ma a ridosso. Vedo un bar con una via che si apre interna ai palazzi, sembrerebbe un passaggio pedonale per un qualche cortile interno.
Perché no?
Andiamo.
Una palestra, un parrucchiere, nel primo atrio. Si prosegue. L’atrio successivo è stretto e lungo, un take away sulla sinistra, si chiude su un portone. Civico 11. Finalmente. E in Via Pretorio.
Manpower è al sesto piano. L’ascensore è di quelli anni ‘70, rosso porpora.
Giunto al piano mi trovo davanti un’ampia porta blindata a due battenti, un tavolino alto da bar sulla sinistra e avvisi su avvisi: “Non bussare”, “Non accettiamo CV consegnati a mano”, “Si accettano candidature tramite il nostro sito”.
Questa volta l’avvertimento l’ho visto prima. Provo ugualmente a suonare, da italiano medio e testa di cazzo, ma nessuno apre. Immagino il nemico oltre la barricata che dalla feritoia dello spioncino ammicca per capire se ci sia una figura a lui conosciuta, ma i fogli bianchi alla mano non aiutano mica.
Dietrofront.
Giornata di merda, viaggio a vuoto?
No, diciamo giornata di merda, per ora.
© Raffaele Rutigliano, 2014