La suonatrice di strada

Ad ogni passo, il sonaglio attaccato alla caviglia risuonava con allegria, sottolineando il suo incedere, moderna untrice di buonumore.
Sorridendo si guardò intorno: quell’incrocio fra i vicoli le piaceva, passaggio obbligato per chi dalla parte bassa del paese risaliva verso la piazza densa di turisti e venditori.
Mercatino dell’antiquariato, lo avevano pomposamente ribattezzato, ma la cosa più antica le erano sembrati gli sguardi di certi vecchi, perplessi di fronte alla sua gonna colorata, al suo cappello da giullare a tre punte, al suo aspetto da figlia dei fiori quarant’anni dopo.
Posò a terra la custodia, ne estrasse il violino e l’archetto.
Ancora uno sguardo ai palazzi intorno, alla gente che la scrutava incuriosita.
Un colpo di piede al suolo, un tintinnare di campanelli, e la melodia irlandese prese vita sotto le sue dita abili.
Lo strumento obbediva ai suoi gesti, il corpo modellava la musica nell’aria, la gioia del suono si rifletteva sul suo viso.
Qualche moneta scivolò nella custodia del violino.
C’era chi si fermava per un istante, chi tirava dritto infastidito dalla sua presenza: ma se ne andasse a lavorare, aveva sentito borbottare fra i denti.
Poco importava: lei continuava a tessere melodie e a sorridere dentro e fuori di sé.
Si accorse che una donna si era fermata davanti a lei: seduta su un muretto, la ascoltava con attenzione. Sorridendole, la sconosciuta le mostrò la macchina fotografica che teneva in mano.
Lei annuì di buon grado, sorridendo di rimando negli scatti che sarebbero finiti chissà dove.
Era quasi mezzanotte quando decise che era ora di rincasare.
Contò le monete nella custodia del violino: meno di 20 euro.
Scivolando per gli stretti vicoli del paese, passò davanti a un barbone che dormiva rannicchiato sotto un portone in pietra antica; gli infilò le monete nel cappello.
Pranzo assicurato, pensò, e magari anche un pacchetto di sigarette.
Raggiunse l’auto, ripose con cura il violino e il cappello, e mise in moto.
Davanti al teatro comunale, vide i cartelloni che strillavano a caratteri cubitali il suo nome, annunciando per l’indomani sera la Ciaccona dalla Partita n°2 di Bach.

©Viviana Gabrini, 2015 (tratto da I fili di Arianna, Primula Editore)
©Immagine Viviana Gabrini

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