… e poi nasce una canzone
Tra pochi giorni verrà pubblicato il mio nuovo disco, il terzo in sei anni.
Sono felicissimo, inutile nasconderlo.
Una felicità ogni volta sempre differente ma sempre incontenibile.
Non che giri nudo per le vie o offra da bere a tutti quelli che incontro e neppure mi avventuri in pirotecnici evoluzioni dell’ego… no, non troppo almeno, ma è quella incontinenza che chiamo dell’anima, qualcosa che dal fondo viene a galla e ti fa semplicemente stare bene, con te stesso soprattutto.
Tutto questo perché veder compiuto un lavoro; dopo averlo custodito per molto tempo; averci fatto a cazzotti; essere arrivato a quel punto che getteresti tutto nell’indifferenziato, è come passare dal caos alla felice solitudine.
Quando si ama davvero
Come avviene ciò? Perché avviene?
Me lo domando sempre e per fortuna non ho risposte: accade e basta.
Accade quando si ama per davvero.
Un amore senza codici e libretti d’istruzione, un’alchimia di zolfo, sale e mercurio, dove tu ti senti un Paracelso potente e irriverente, soprattutto verso te stesso.
Alchimia
Quest’alchimia avviene proprio perché si dà fuoco agli elementi scatenanti e da questi ne sortiscono di nuovi sempre in relazione tra loro.
Ci vuole poco per l’innesco.
A me è bastato un libro e una raccomandazione.
Il libro è un vecchio testo del 1932, un saggio sul movimento dei lavoratori nei primi trent’anni del secolo scorso.
La raccomandazione quella di mio padre che, poco prima di morire, mi diede quel libro suggerendomi di conservarlo con cura perché importante.
Un libro per una canzone
I libri sono importanti quando entrano in relazione con quella parte più profonda di noi.
Bene, lo rilessi quel libro, sì, perché lo avevo già letto anni prima ma evidentemente non era il momento adatto, non ero adatto io, non ero in relazione con lui.
Questa volta invece sì.
È stato come se una parte di me mi si sedesse a fianco e con il braccio mi avvolgesse le spalle.
Proprio così, non esagero. Proprio così.
Il fuoco era acceso e cominciava l’attesa, la distillazione.
Il viaggio
Un viaggio bellissimo, lungo oltre due anni da quel giorno.
Un viaggio dove sono entrati un’infinità di elementi, situazioni e persone.
A cominciare da chi ha compreso cosa volessi raccontare e ha messo la sua perizia di musicista nel lavoro: ci siamo rifugiati dieci giorni in un luogo in montagna isolato e abbiamo creato.
Creato canzoni.
Perché di canzoni sto parlando e ogni volta che la sentivamo nascere, che si arrivava alla quadratura… beh, sigaretta, grappa, e silenzio guardando le montagne.
La bellezza che gira intorno
Spesso la quotidianità ci porta a dover (o voler) rendere tutto concreto, misurabile, contabilizzante e quasi sempre ci perdiamo un’infinità di bellezza che c’è tutt’intorno.
Quando nasce una canzone, quando quella nota la trovi bella e senti che dentro ha le parole per raccontarla, in quel momento non sei niente e sei diventato tutto.
Poi entri in studio di registrazione, diventi necessariamente pragmatico, sai che ciò che stai facendo rimarrà impresso, lo resterà per sempre, e ne senti la responsabilità, verso chi ascolterà e verso te stesso.
Quindi c’è la fase attuale: l’attesa dell’uscita, la preparazione del concerto, le prove, la scelta dei musicisti e lo scambio che nasce con loro, come e più di una famiglia.
Infine, quel giorno
Infine, arriva quel giorno: il tuo CD è tra le tue mani, lo scarti, lo sfogli, lo inserisci nel lettore, e ascolti.
In quel momento sai che è tempo di una nuova alchimia e nessuno al mondo potrà impedire agli elementi di continuare l’infinito loro combinarsi.
©Paolo Gerbella, 2019
In anteprima su Radio Gold Paolo Gerbella racconta
La Regina, in uscita il 23 marzo
L’album, arrangiato da Rossano Villa, è edito da Raffaele Abbate, per l’etichetta OrangeHomeRecords.
Per acquistare i biglietti per la”prima” de La Regina al Teatro LaClaque a Genova, andate qui
Un chimico, di Fabrizio De Andrè che Paolo ha scelta perché a tema con il suo racconto per Sdiario.