Io preferisco l’eccedenza
all’eccellenza,
bambine arruffate e sghembe,
adolescenti feroci,
fuori da qualunque margine
che non danzano e
che non suonano
neppure i campanelli,
perchè sono rimasti chiusi fuori
troppo a lungo,
sotto la pioggia,
anime che non osservano le stelle,
se per sognare,
bisogna dormire
senza incubi e a pancia piena.
Io preferisco lo scarto,
la stroncatura sporca,
quella di una volta
che si mangiava in piedi,
non mi trovo
a misurare il merito
che fa rima con privilegio,
mi piace il valore nascosto,
dietro la rabbia e il silenzio,
quello che avvolge la pietra,
che è tagliato dalla forbice,
che è urlato in piazza,
mentre il potere
guarda altrove.
Io preferisco
l’eccezione della presenza
alla perfezione dell’eccellenza,
serve tempo e noia a seguire
una traiettoria storta,
al contrario,
splende a buon mercato
la toccata dell’intellettuale
in visita allo zoo
seguita dalla fuga
che mette i cuori in pace,
anche in tempo di guerra.
©Eleonora Scrivo
©Marco Costantino opera fotografica