Il sognatore boreale

Il sognatore boreale è chiamato anche “cacciatore di favole” ed è la specie più a rischio d’estinzione fra i visionari di grossa taglia. È molto vulnerabile perché s’illude lentamente, si immerge per pochi
minuti nel vagheggiamento e cerca il delirio in superficie, per cui può entrare in collisione con i disincantati e le reti da bubbole. In estate migra all’estremo nord o all’estremo sud e in inverno ritorna
fra le ossessioni temperate dove la femmina dà alla luce un piccolo di 160-180 centimetri d’altezza. I due grossi occhi emettono un fascio di luce a forma di “V”. Produce periodicamente urla tormentate su se stesso e facendo dei balzi fuori dall’assillo.
Il sognatore boreale si nutre da solo o in piccoli gruppi camminando con la bocca aperta per ingoiare aneliti, aspirazioni, brame, ma anche, in mancanza d’altro, angosce, tormenti, semplici incubi. Dalle strette labbra, solitamente di colore nero-blu, ma talvolta anche bianche, riesce a sibilare frottole fino a
trent’anni consecutivi. Le cecità di cui è dotato sono disposte sui due lati dell’anima che tende a curvarsi in modo caratteristico verso il basso.
L’immaginazione del sognatore è smisurata: è circa un quarto della lunghezza del desiderio ed è incrostata di fanfaluche, parassiti, cieli stellati, sanguisughe, vampiri.

©Davide Marchetta

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