Gentile Presidente,
non me ne voglia, ma scusarsi non le viene benissimo, almeno a giudicare dai risultati. Un po’, sa, si ha la sensazione che le scuse appaiano come il tentativo di controllo della mano imbizzarrita da parte del Dottor Stranamore, che mai riesce a contenere l’impulso a replicare il saluto nazista in quella perla straordinaria che è il film omonimo di Stanley Kubrick. Si ricorda?
La sequenza sta qui.
C’è un fatto, di per se stesso innegabile, ovvero che l’errore di cui si dice e per il quale le sue scuse son state richieste è materia spinosa, soprattutto se si trascura di osservarne le coordinate storiche. Il fatto è, caro presidente, che le caratteristiche della vicenda in questione sono oggetto di studi storici (gli studi di Lutz Klinkhammer, per esempio), con documenti accessibili anche online dall’archivio stesso del Senato (QUI) e da quello del Quirinale (QUI).
Non cito queste fonti a caso, sa, ma perché esse non sono né comuniste (ammesso che questa entità politica ancora esista come tale) né fasciste (partito che, come sa, è bandito dalla costituzione): esse si configurano come super omnia partes.
Fonti storiche, cioè, non ideologiche. Tutto questo crea alcune discrasie, che temo siano responsabili dei suoi imbarazzi correnti.
Le dico anche che gli imbarazzi, con ogni probabilità, perdureranno, dato che dubito che la sua “sgrammaticatura istituzionale” – per usare una affascinante definizione del nostro presidente del consiglio – la indurrà a dimettersi. Forse si sta chiedendo perché la facciamo così lunga con questa quisquilia, facendo perdere tempo proprio a voi che vi state spendendo per tenere a galla questo paese (lo riconosco: “a galla”, in epoca di naufraghi annegati, non è la mia scelta espressiva più felice, ma tant’è).
Però forse posso spiegarle alcune delle probabili ragioni dell’inaccettabile e insulso incaponimento che, parbleu, persino l’ANPI sta dimostrando.
“Al riguardo, non ho difficoltà a precisare che ho sbagliato a non sottolineare che i tedeschi uccisi in via Rasella fossero soldati nazisti, ma credevo che fosse ovvio e scontato oltre che notorio”.
Ecco, così lei si è scusato, è vero. Faticosissimo, immagino. Però ci sarebbe da dire questo: uno si scusa per una marachella e se è la prima volta che si rende colpevole, forse si può perdonarlo e auspicare che la cosa non accada più.
Questo se il colpevole ha tra i 4 e i 6 anni e non ricopre alcun ruolo istituzionale.
Nel suo caso, esistono alcune complessità in più. Lasciando da parte l’età più che adulta che la caratterizza (siamo sui 75, giusto?), la sgrammaticatura istituzionale non è una marachella capitata
senza preavviso in una linea politica e di pensiero di segno diverso da quello che emerge nella sua recente dichiarazione al Direttore Senaldi sulle caratteristiche del gruppo di “musicisti semipensionati” oggetto di attacco da parte dei vili partigiani. Sarebbe stato incongruo il contrario: la coerenza è sempre stata un suo punto di forza, no?
Non c’è difformità tra il suo passato e il suo ora. Al contrario la sua interpretazione con omissis (lei dice che ha dimenticato di precisare che i musicanti erano fascisti*) è del tutto congruente con una
linea politica che non è cambiata e non è stata rinnegata. C’è stato un’operazione cosmetica astuta e politicamente opportuna (visto che ora siete al potere e non all’opposizione, e come dice lo zio dell’Uomo Ragno, a un grande potere corrisponde una grande responsabilità. Lei è il Presidente del Senato e la seconda carica dello stato. Sa, non è come essere un bambino di quattro anni alla scuola materna. La cosa implica un peso istituzionale e la elegge a figura di riferimento che certamente può avere opinioni private, ma quanto meno dovrebbe astenersi dallo sbandierarle quando non sono perfettamente compatibili con la carica. Potrebbero risultare “sgrammaticate”, cioè, come dice il nostro presidente del consiglio Giorgia Meloni.
Aggiungerei una cosa: lo so, in questo momento ci sono parecchie questioni più importanti che prendersela con lei. Ma che vuole farci: io non conto nulla, dunque posso permettermi di esprimermi su cose come la deontologia professionale, le idealità definite dalla costituzione, il modo in cui è nata la nostra democrazia e altre cose così. Guardi, non mi è estranea persino l’importanza della storia: che bisogna conoscerla, sa, perché non sempre si possono interpretare i fatti pro domo sua.
Qualche giorno fa ho sentito un direttore di giornale in una trasmissione televisiva (e non al bar)
affermare che la colpa è dei partigiani se poi ci son state rappresaglie. Lo sosteneva, nelle Marche,
anche il vecchissimo il mezzadro che lavorava 50 anni fa nel terreno vicino a quello di mio padre.
Solo che lui non era arrivato alla quinta elementare e coltivava felicemente la sua vigna, in un universo tutto suo. Mi sa che lei è in una posizione diversa. E guadagna pure di più. Per essere rappresentante dello stato, non della sua parte politica.
Va beh, va beh, si è scusato, non pensiamoci più. Facciamoci un bicchierino, ma con moderazione:
se non poi si rischia di perdere il controllo di parole e arti. Come lo scienziato famoso del dottor
Stranamore. Non vorremmo mai, caro Presidente, che accadesse anche a lei.
NOTE
*Per la precisione erano Soldati altoatesini della polizia Bozen, corpo istituito da Himmler essenzialmente per aiutare nel rastrellamento degli ebrei
** AVVERTENZA: dal testo sono state espunte le seguenti espressioni in lingua straniera (se ne offre indicazione qui sotto)
Out of the blue: senza preavviso
Make Up: operazione cosmetica
Spider man: Uomo Ragno
Pardon: mi scusi
Per una personale e irresistibile debolezza, ho lasciato “parbleu”: ogni traduzione mi sarebbe parsa inadeguata
Si è mantenuto invece il latino, che non è ancora bandito, giusto? Dopo tutto è la radice nobile dell’italiano. O tempora
©Nicoletta Vallorani