HANGOVER
Mia moglie mi ha lasciato. Mia moglie mi ha lasciato e a me gira la testa. Vedo tutto nero. Da quanto tempo, non so. Non so più niente se non che lei non c’è più. Vomito e il mio vomito galleggia. La mia testa è una medusa piena di dolore. Se solo potessi ricordare da quanto tempo è che non la vedo. Forse potrei rimediare. Potrei chiamarla e dirle, vieni, tesoro, usciamo a bere qualcosa. Ma non posso, non ho alcuna libertà di movimento, non ci sono decisioni che io possa prendere. E lei non potrebbe mai uscire da qua, e neanche entrare. Nemmeno questa nausea credo dipenda da me. Ancora un altro giro. Tra sei mesi arriverò e vedrò se la polvere è davvero così rossa. Tra sei mesi saranno sei mesi in più da oggi. I miei occhi non vedono per colpa dei batteri, la mia urina puzza, il cibo è così strano che anche se lo vedo galleggiare stento a riconoscerlo. Un rottame. La domanda è perché mia moglie mi ha lasciato, e non riesco a rispondere. Mi sento così male. Dicono che il mio cuore diventerà sferico, e che al rientro mi ammalerò, come tutti. Dicono possano bastare trenta giorni. Non so che giorno sia. Chi mi guida, chi mi fa soffrire in questo modo. Sembrava tutto a posto, tra di noi. Le solite cose, il mutuo da pagare, il dentista. La spesa ogni sabato. Poi io sono partito. Io sono partito, non lei. Lei è dietro un vetro che mi guarda vomitare da un monitor a milioni di chilometri di distanza. Ah ecco, è così, adesso ricordo. La moglie dell’astronauta. La moglie dell’ingegnere ubriaco di spazio. Che hangover galattico.
© Roberta Lepri, 2016