COMPAGNIE PREZZOLATE
Novant’anni la madre, sessanta la figlia. Quando hai ancora una madre a sessant’anni, uno dei molti effetti collaterali è che non riesci a pensarti come un’identità autonoma. Un altro è che quella che continua a essere per te una persona rivestita di una certa autorità ha la saggezza di un bambino di tre anni, dal quale tuttavia si distingue per il fatto di non avere possibilità alcuna di miglioramento. Così, mentre cerchi di convincerla – la madre – che, visto che è vedova, è giunto il momento di farsi aiutare da una persona e che questa persona è stata scelta con cura e attenzione e sarà perfetta per le sue esigenze, la novantenne si comporta come un bebè di fronte alla nuova baby sitter. La guarda con disapprovazione.
«Non la sopporto, quella».
«Mamma, “quella” ha un nome».
«È che proprio non riesco a ricordarmelo».
«Vedi che hai bisogno di aiuto?»
«Possiamo trovare qualcosa di meglio? Che so … maschio, bello …».
«Questo è il meglio che ho trovato, mamma. Il rapporto qualità prezzo è eccellente».
«Prezzo?».
«Sì, certo: prezzo».
«Ah, ma questo cambia tutto! Avrei dovuto capirlo! E quanto ci paga per il privilegio della mia compagnia?»
©Nicoletta Vallorani, 2017