Corde di Maria Elena Poggi

La canapa scorre, scabra.
Il tuo è il gesto lento di chi sa come fare.
Hai delle belle mani, non te l’ho detto.
Non c’è stato tempo, prima.
«Ora bendami.»
«Gli ordini li impartisco io, hai dimenticato?»
«Scusatemi, Signore.»
La benda è seta sui miei occhi. Sono cieca: fuori dal blu, amplifico ogni percezione.
La prima corda è nera, come il peccato. La seconda è rossa, come la voglia.
Nodi si intrecciano sulla mia pelle nuda e glabra. Il mio respiro si fa affannoso.
L’eccitazione aumenta il battito cardiaco; prigionieri delle legature i tessuti si gonfiano.
Hai finito. Sento il tuo sguardo, su di me: violata e umida.
«Sei pronta.»
Le tue dita leggere percorrono i solchi nella mia carne. Mi accarezzi, mi porti al limite.
Sento il piacere crescere, le sue lingue roventi percorrere il mio ventre.
Contraggo i muscoli; combatto e perdo.
«Sto godendo», sussurro.
Sorridi e attendi che io tocchi l’apice.
Poi, mi spezzi il collo con un solo gesto.
«Ti farò morire di piacere», avevi detto.

©Maria Elena Poggi, 2019
©Disegno di copertina Strips&Trips

*il racconto ha partecipato al 101° Contest letterario a tema: “Eros e Thanatos”· Organizzato da Scrittori da 1000 caratteri

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