Comico Erotico Stomp [16] di Viviana Gabrini

© disegno di Laura Zulian
© disegno di Laura Zulian

LA TESTA A POSTO

Caro Diario, ti sei mai chiesto che effetto faccia una bomba atomica sganciata dentro a un ripostiglio di scarpe? Beh, io da ieri sera ho la risposta in tasca perché l’ho visto con i miei occhi.
“Ragazze, ho deciso, cerco uno serio, uno affidabile, uno con cui avere una prospettiva, uno che un domani possa essere il bastone della mia vecchiaia”.
A pronunciare le ferali parole, la Tatty, durante la solita cena di pollaio, esattamente dopo la crema di zucca ai porcini ma prima dell’insalata di finocchi, arancia, olive nere e origano.
Esplosione di scompensi cardiaci ed emotivi fra le girls del pollaio.
“Non dire cazzate, hai solo 50 anni, non puoi pensare già al bastone della tua vecchiaia! Sei ancora giovane” ha inveito con foga la Ciccy.
“Non dire cazzate: non esistono uomini seri e affidabili” ha fatto cinica eco la Niny.
“E se sono seri e affidabili o sono vecchissimi o sono gay o sono morti” ha chiosato la Pinty.
Alla St. Mary, la romantica del gruppo, son venute le lacrime agli occhi: “Ta’, non ci credo. Solo ieri ti chiamavamo la tigre del ribaltabile e ora ci diventi made Teresa di Borgoratto Mormorolo…”.
“Di Calcutta, cretina” le fa eco, triste, la Pinty.
“Vabbeh, ragazze, un po’ di ottimismo – ho esortato io vedendo lo sconforto negli occhi della Tatty – insomma, dobbiamo essere solidali fra di noi, no? Siamo amiche, no? Una per tutte e tutte per una, no?”
“Sì, finché stronzo non ci separi”. La Niny ha parlato.
“Ho 50 anni, sto invecchiando da sola e non mi piace. E’ un delitto?” chiede la Tatty, sconsolata.
“Tre euro! Tre euro!” la voce della Pinty sovrasta tutte le altre, ricordandoci del patto che abbiamo stipulato al 48° compleanno della St. Mary: chiunque di noi osi parlare di vecchiaia in riferimento al gruppo deve pagare una multa di 3 euro che finiscono in una cassa comune. Da quattro anni, a fine dicembre, in genere ci scappa una pizzata per tutte.
“Non abbiamo più 30 anni!” La Tatty, oramai lanciata, rincara la dose: “Ragazze, la più giovane di noi è in premenopausa. Non possiamo mica vivere tutta la vita come sgallettate di 35 anni, no? E poi non siamo a New York e non viviamo in Sex&the city. Siamo in Oltrepò Pavese e il massimo della mondanità che passa il posto è la sagra dell’acino acerbo!”.
Ecco, caro Diario, hai presente due squadre di hoolingans sbronzi che si scontrano dopo un derby? Roba da signorine, al confronto del mio soggiorno, ieri sera.
Tra strilli, proteste e recriminazioni, ho cercato di riprendere in mano la situazione e calmare gli animi.
“Basta! – ho esclamato con la migliore della mie voci impostate – Basta! Calmiamoci. Ognuna è libera di vivere come preferisce ed è compito delle altre aiutarla e supportarla nelle sue scelte.”.
“Anche suicide?”
Io ignoro la provocazione della Pinty e tengo botta: “Tatty, io ti sono vicina e hai tutto il mio supporto. Sei adulta e hai tutti i diritti di vivere come preferisci.  Al più, ecco, magari, come dire…tieni presente alcune regolette di base”.
“Regolette di base?”.
“Per la scelta del tuo principesso azzurro”.
“O  color dissenteria”.
Io seguito a ignorare le provocazioni della Pinty.
“Mmmhh..e quali sarebbero le tue regolette?” chiede la Tatty, sospettosissima.
“Alla nostra età (Pinty, segna 3 euro a mio carico) devi guardare essenzialmente cinque cose: auto,  abbigliamento, casa, vita sociale, vacanze. Se gira con un’auto più scassata della mia: via, al largo!
Se veste scasciato: no buono. Se usa i mobili della zia e la zia è morta in miseria nel 1976: no buono. Se ti invita a cena e ti porta alla mensa della Caritas: fuggi. Se in vacanza va coi gruppi parrocchiali: è gay”.
“E se non fa che palarti dei suoi problemi con la prostata – chiude la St,Mary – scappa a gambe levate”.
La Tatty ci guarda con occhi d’amore: “Ragazze, siete una manica di stronze, ma continuo a volervi bene, anche se ho deciso di mettere la testa a posto”.
Attimo di silenziosa commozione, rotta dalla domanda della Pinty: “Testa a posto… ma  esattamente fra le gambe di chi?”.

© Viviana Gabrini, 2016

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