Comico Erotico Stomp [14] di Viviana Gabrini

© disegno di Laura Zulian
© disegno di Laura Zulian

IL DEPRESSO

Caro diario, esisterà al mondo un Centro Revisioni Sesto Senso per le Sole? Se esiste, devo portarci il mio sesto senso, che dopo anni di duro allenamento ha preso un abbaglio tanto clamoroso quanto letale. Almeno per me.
È che in chat il tizio non pareva troppo male: gentile ma non provolo, educato ma non bacchettone, galante ma non infoiato e così, dopo nemmeno un’oretta di conversazione, ho violato la regola aurea numero 1 dell’ehvvivi-decalogo e ho accettato di cenare con lui.
Lo so a che cosa stai pensando, diario caro. Ti stai chiedendo se sia impazzita o se abbia scordato la santissima trinità (prima la chat, poi la telefonata, poi, forse, l’incontro il tutto non in meno di una settimana), ma tutti possono sbagliare e secondo me, ogni tanto, anche Pellegrino Artusi metteva troppo sale nel ragù di carne.
Insomma il tizio, al secolo Max (dovevo capirlo che uno che porta il nome del mio ex marito non può avere molto di buono) mi ha chiesto se volevo cenare con lui, io gli ho proposto il solito giapponese e lui ha accettato. Adoro la cucina etnica, mi ha detto.
E forse l’ha adorata fino al momento di entrare al ristorante e forse io ho detto giapponese e lui ha capito del Cantone Ticinese, perché dopo che la cameriera ci ha lasciato i menu mi ha chiesto dove fossero le posate e se il sushi si potesse avere scottato.
Su quello, diario caro, avrei anche potuto sorvolare, ma mi era bastato il tragitto parcheggio-ristorante (10 minuti attraverso la città) per capire la dimensione epica della sola appena presa.
Sorvoliamo sul fatto che fosse arrivato su un pickup ammmericano guidando come un forsennato e inchiodando a un centimetro dal muso della mia auto. Sorvoliamo pure sul fatto che a 50 anni suonati se ti vesti finto-giovane coi jeans (di marca) sdruciti sulle cosce non sembri figo, sembri solo deficiente. Sopravvoliamo (cit. Avanzi) su tutto questo, ma come sopravvolare sul fatto che nei dieci minuti di tragitto mi aveva già raccontato tutta la sua lacrimevole vita, il suo matrimonio fallito, le sue storie andate male e soprattutto, passo dopo passo, la storia dei mutui per l’acquisto prima di un appartamentino poi, via via, di case sempre più comode e belle?
Mentre pensavo che forse avrebbe dovuto fidanzarsi con un’agente immobiliare, l’epifania: è che la sera mi sento un po’ triste, mi viene la malinconia, mi viene da piangere e così mi prendo un po’ di lexotan e vado a dormire.
No! No! No! Il depresso no, cazzo!! Ma di tutti i mediomaschi sfigati, proprio il depresso mi doveva capitare? Quello che fa l’aperitivo con il prozac e sgranocchia tavor al posto delle noccioline? Quello che è entrato nel Guinness dei Primati alla voce Crisi depressiva più lunga della storia? Quello che perfino i centralinisti del Telefono Amico si rimpallano fra di loro convinti che porti sfiga e sotto sotto tifano intimamente per il salto definitivo?
Come sai, diario caro, quello che penso mi si legge in faccia e pure a caratteri cubitali e a quel punto il depresso deve avere capito il mio sconforto e ha virato sul lato brillante.
Si è così rivelato un acuto cinefilo (amo i film d’autore, Verdone e Pieraccioni sopra tutti), uno sperimentatore musicale (Laura Pausini è la numero uno ma sono aperto a tutto: l’anno scorso sono stato anche a un concerto di Nek), ma il suo piatto forte sono i programmi TV.
Grazie a lui ho scoperto che esistono programmi che ti insegnano come si costruisce un oggetto (dal niente a un ombrello. Capisci?) e altri che ti mostrano, passo dopo passo, come si ristruttura una casa (e qui mi è tornato il dubbio che forse dovrebbe frequentare un’agente immobiliare).
Mentre mordicchiavo mestamente il mio sashimi e lui rimestava con energia e forchetta in una ciotola di spaghetti di soia chiedendosi dove fosse finita la salsa di pomodoro, mi è scappato di dirgli che io non guardo la tv da quasi vent’anni e, a dirla tutta, nemmeno la possiedo.
Io ho smesso di mordicchiare. Lui di rimestare. I nostri occhi si sono incrociati sorvolando la salsa di soia.
Mi ha sorriso e mi ha sussurrato: in questi giorni al Media World ci sono gli sconti. Non costa tanto, sai un televisore nuovo? Meno di duecento euro e te lo porti a casa perfino tu.

© Viviana Gabrini, 2016

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