Ragazzo a gettoni
seduto sulla mensola proprio come un giocattolo
ma lo accendo e prende vita
gioia automatica
è per questo che voglio un ragazzo a gettoni.
Silenziosa, scivolo fuori dal letto: i piedi appoggiano sulla moquette rossa e non fanno rumore. Le lenzuola, bianche, odorano di ammorbidente alla lavanda e di Mademoiselle Coco Chanel.
Raccolgo i miei vestiti e vado verso il bagno; la luce cruda dello specchio mi rimanda un viso stanco per la mancanza di sonno. Eppure sorrido, incurante della ruga che mi divide in obliquo la fronte. Cinquant’anni, dimostrarne sessanta e sentirsene trenta. Sorrido ancora.
fatto di plastica e elastico
è resistente e dura a lungo
chi potrebbe mai, mai chiedere di più
un sacco di amore senza complicazioni
tante forme e pesi fra cui scegliere
Esco dalla doccia, mi tampono con l’asciugamano e mi prendo perfino il tempo di spalmarmi una crema per il corpo che profuma di limone. Infilo pantaloni e maglia e torno in camera. Mi è venuta voglia di fumare.
Lui non si è mosso di un centimetro e continua a dormire sul fianco sinistro, il braccio alzato oltre la testa, i muscoli rilassati. Ha il sonno pesante. Beato lui, penso. Soffro di insonnia da vent’anni e i sonni profondi altrui mi suscitano sempre un po’ di invidia.
Dal frigobar pesco un bicchiere e lo riempio di cola e rum; dalla mia borsa invece recupero cartine, accendino, erba damiana e maria. Prepararsi una canna è un rito che va gustato dall’inizio alla fine, con calma e pazienza.
non lascerò mai la mia camera da letto
la notte non piangerò più
getto le mie braccia intorno a lui e mi immagino…
Mi siedo sulla poltrona: l’orologio del televisore segna le 3 del mattino. È la mia ora preferita. Silenzio assoluto e calma per riordinare i pensieri, per stare da soli senza sentire sul cuore i morsi della solitudine. Da ragazzina sognavo di diventare invisibile e uscire nella notte camminando per le strade deserte.
Un sorso di cola e rum, un tiro di maria.
ragazzo a gettoni
tutti gli altri veri che distruggo
non sono assolutamente all’altezza del mio nuovo ragazzo e io
non lo lascerò mai andare e non sarò mai sola
non con il mio ragazzo a gettoni
Ho cinquant’anni, alle spalle un ex marito, una relazione cosiddetta seria, tre storie di quasi amore mai corrisposto, una cinquantina di amanti: un girone infernale di uomini gretti, meschini, anaffettivi, egoisti, impotenti, inetti.
E poi ci sono stati quelli che mentono; quelli che non ti baciano; quelli che hanno sempre fretta; quelli che scopano con l’orologio in mano o con lo smartphone sul comodino bene in vista; quelli che alla fine ti chiedi se per caso stai facendo beneficenza.
E così ho deciso.
Mi sono comprata il mio ragazzo a gettoni.
Damiano, trentacinque anni, un metro e ottantacinque, palestrato il giusto, capelli castani e occhi scuri.
Anale, fisting, cunnilingus, utilizzo di giochini.
Bello, puntuale, preciso.
Due ore, tre ore, quattro ore, tutto il tempo che io voglio e decido.
Motel a mio carico.
Dopo il terzo incontro applica uno sconticino fedeltà.
Non è un amore?
Damiano sorride sempre, è sempre felice, sempre in tiro.
È dolce, accudente, amorevole, tenero, maschio e dominante quando serve.
È un po’ come programmare la lavatrice: decidi tu la temperatura, il ciclo, se centrifugare o meno.
Damiano non protesta. Non recrimina. Non ti parla delle sue ex che gli hanno devastato la vita, degli ex figli che gli devastano il conto in banca, delle rate del mutuo o di quanto è stronzo il capoufficio.
Damiano sa sempre che cosa dire, come dirlo e quando dirlo.
Damiano sa sempre cosa fare.
Orgasmi garantiti.
La cura contro l’infelicità.
Ragazzo a gettoni
Può anche davvero non avere esperienza con le ragazze
Ma so che prova i sentimenti che un ragazzo dovrebbe sentire
È questo il punto, per cui voglio un ragazzo a gettoni
Che, con la sua deliziosa voce meccanica
Dice che mi ama e sta pensando a me
Dritti al punto
Per cui voglio
Un ragazzo a gettoni
Gli lascio i soldi sul comodino e la camera pagata. Odio dormire con qualcuno al fianco: il vero status di civiltà lo raggiungiamo dormendo da soli e svegliandoci da soli.
E così scappo: scarpe e borsa nella mano sinistra, cicca nella mano destra.
Quasi quasi domattina lo chiamo e lo prenoto per la prossima settimana.
©Viviana Gabrini, 2019
ben scritto