Uno dei protagonisti del mio 2024 musicale è stato senza dubbio Claudio Milano, artista eclettico,
completo e dal curriculum eccezionale, che incarna al meglio il concetto di Arte. Una visione la sua
che lo porta fuori da quello che è il music business ma di conseguenza lo avvicina ai grandi.
Assistendo ad un suo spettacolo / concerto oltre al bel canto e alla bella musica è possibile
apprezzare la danza, il mimo, la profondità dei testi, la cura per la coreografia… In poche parole
un’affascinate commistione di Arti. L’album che propongo oggi è Decimo Cerchio (L’inferno
1911 O.S.T.), un album che ho cercato invano nella sua tiratura di 21 copie, ma che ho fatto mio
immediatamente quando è uscito per Snowdonia Dischi. Definirlo album è decisamente riduttivo
perché quella realizzata da Claudio Milano e I Sincopatici per celebrare i 700 anni dalla morte di
Dante Alighieri è un’opera titanica. Non si tratta infatti di una rivisitazione o di brani ispirati alla
cantica dantesca come con merito hanno fatto altri, ma di un vero e proprio viaggio attraverso tutti i
cerchi infernali. Un viaggio che si snoda seguendo il ritmo narrativo del primo kolossal
cinematografico della storia italiana L’Inferno del 1911 e rispettando le terzine dantesche. È
quest’ultimo aspetto a rendere l’opera assolutamente unica e affascinante, che esalta sia le capacità
vocali di Claudio Milano perché i registri comunicativi usati da Dante cambiano da canto a canto,
sia le capacità dei musicisti che ne devono ricreare l’atmosfera. Atmosfere che sono ben
rappresentate da Mario Coppola che firma la copertina del disco: la luce rossastra del fuoco ardente
illumina un ambiente cupo dal quale emergono maestose e terrificanti le mura della città di Dite,
confine che separa coloro che non hanno saputo tener a freno i propri istinti dalle anime più nere.
Prima e dopo le mura di Dite vi sono due dei momenti più alti della poesia dantesca e dell’album
che l’incarna Amor che a Nullo Amato Amar Perdona e Il Conte Ugolino. Storie tragiche che
hanno commosso e scioccato la penisola italiana in un tempo in cui l’idea di comunicazione era
lontana e che continuano a commuovere ancor oggi anche se, è giusto sottolinearlo, lo scopo di
Dante non era far commuovere ma far riflettere. Non è un caso a tal proposito che la stragrande
maggioranza dei personaggi dell’Inferno erano vissuti o viventi nella penisola italiana e fossero
universalmente noti. Le cose da dire sarebbero tante ma come ho scritto all’inizio Decimo Cerchio
(L’inferno 1911 O.S.T.) è stato l’album di Claudio Milano che mi ha affascinato da subito:
avendo approfondito con lui questi temi vi invito a leggere le sue parole nell’intervista che ho
realizzato. Aggiungo solo che l’album è disponibile sia su CD che in LP e con l’acquisto potrete far
vostri anche gli inediti in formato digitale.
Una domanda tra il serio e il faceto nasce spontanea dopo aver visto il film e gustato lo spettacolo:
se Dante fosse vivente e dovesse scrivere l’Inferno quali personaggi metterebbe? Personalmente
direi che avrebbe l’imbarazzo della scelta ma di una cosa sono abbastanza certo: i gironi in cui
stanno gli ipocriti, i traditori e i truffatori sarebbero molto affollati.
2025-01-14