Cinquantacinque di Antonella Zanca

I pantaloni gialli, la camicia blu. L’uomo era fermo, appoggiato alla ringhiera di ferro: moderno tubolare coi tiranti d’acciaio, si allungava dividendo la terra dal mare, dividendo la gente vestita da città da coloro che in spiaggia avevano deciso di giocare a crederci all’estate infinita.
Anche l’uomo pareva crederci.
I gomiti appoggiati, rivolgeva lo sguardo prima all’acqua, poi verso i bagnanti, o meglio verso coloro che volevano regalarsi il sole, forse l’ultimo.
L’aria fredda muoveva la camicia e i pantaloni; un largo ondeggiare, tanto morbido da dare la sensazione che lui potesse stare bene, dentro quei vestiti, che potesse star bene dentro la sua vita, a guardare l’orizzonte pensando al futuro, roseo e senza onde difficili da superare.
Ma che ci faccio qui? Lo vedo quel cargo che arriva da est e va verso ovest. Sarà ricco di lavoro, di gente che fa fatica, di sudore, di odori forti, di lingue e speranze diverse. Quegli uomini là, sul ponte, penseranno alle loro famiglie, alle loro donne, alla vita sulla terraferma, meta del loro destino che li costringe a restare su una nave per giorni e giorni, finché, finalmente, ogni tre o quattro viaggi, si dedicheranno alle cose belle, lontane.
Mi invidieranno: una domenica qualsiasi, passeggiare sul lungomare, ben vestito e senza pensieri.
Io sogno porti sconosciuti, speranze di vita nuova, profumi di cibo da scoprire e lingue diverse da imparare, nel modo più bello che c’è, baciando una donna straniera, che ami baciare me, straniero, e mi insegni parole dolci e parole piccanti, suoni che mi confondano e mi aprano ai sogni.
Ho compiuto ieri cinquantacinque anni: voglio tornare a navigare.
Ho compiuto ieri cinquantacinque anni: voglio tornare a conoscere, libero, il mondo libero.
Domani è lunedì e devo rispondere a una nuova offerta d’imbarco. È una scelta difficile, sto invecchiando, lo so. Ma il friccico che sento nel cuore, nella pancia, tra le tempie, mi dice molto.
Nella mia vita, ho sempre seguito l’impulso.
Lo seguirò anche domani: chiuderò casa, darò le chiavi a Maria, che mi controllerà la posta e tutto il resto, e ricomincerò il viaggio. Potrebbe essere l’ultimo: potrebbe essere perfetto.”

©Antonella Zanca, 2019

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1 commento

  1. “Nella mia vita, ho sempre seguito l’istinto.” . . . . . . . Vero, in una frase tutta la verità, confermo e condivido. Bellissima e profetica.

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