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 Hong Kong Express, di Wong Kar Wai Vuoto amoroso e calma disperazione nel caos del quartiere di Chunking. Il “poliziotto 663”, tradito dalla sua fidanzata hostess, è immerso nella tristezza di un quotidiano svuotato e velato di rimpianto. 663 (un magnetico Tony Leung) fa della mancanza la sua compagna malinconica.leggi »

Grease, di Randal Kleiser (1978) 1978: nell’anno in cui Cimino comprime le angosce di una generazione ne Il Cacciatore, e Carpenter insinua il male nella tranquillità dei sobborghi in Halloween, si innesta il sogno consolatorio di Grease, supermarket anni ’50 di colori caramella, sentimenti vergini e orizzonti puliti. Diretto senza sottigliezze da Randal Kleiser, cheleggi »

 Un libro d’amore La lettera, stavolta, è di Rainer Werner Fassbinder. L’ho ritrovata in uno dei miei primi libri sul cinema – ho sempre nutrito interesse per il cinema raccontato dai registi, più che dai critici. La trascrivo qui, per i lettori di Sdiario, perchè Fassbinder, nel descrivere i filmleggi »

Bus stop di Joshua Logan (1956) La sfortunata Cherry, cui Marilyn Monroe dà vita in Bus Stop, è l’emblema di un cinema ipnotico ed emozionale: ne è il corpo ed il sussulto sentimentale, l’incarnazione della favola che il regista Joshua Logan mette in scena creando un apparato estatico che circonda l’animaleggi »

Emanuelle in America di Joe D’Amato (1976) Emanuelle in America è tutto ciò che al cinema non si può più fare, sepolto da decenni di buone intenzioni, di impegno sociale, di politica che ha “responsabilizzato” i nostri autori (o presunti tali) costringendoli a un cinema anemico, investito di senso, e profondamenteleggi »

Dial M for murder (Delitto per delitto) di Alfred Hitchcock (1954) Che il cinema di Hitchcock non abbia mai smesso di ispirare i registi successivi non è un mistero; dagli omaggi dichiarati di De Palma ed Argento, al recente esempio di Polanski che in Carnage riprende filologicamente il “testo” hitchcockiano di Dial Mleggi »

Fino all’ultimo respiro (1960) di Jean-Luc Godard Con buona pace di tante schematizzazioni proprie di molte “Storie del cinema”, Fino all’ultimo respiro è un’opera grandissima, impossibile da ridurre ad una summa di teorie o una reazione a stili superati. Godard stesso rifiutava di essere categorizzato; tra i registi più anarchici e disobbedienti,leggi »

Dr. Jekyll and Mr. Hyde (1931) di Rouben Mamoulian Questa versione del classico di Stevenson, oltre ad essere un sogno sperimentale e atmosferico, è uno dei film più intensamente erotici della storia del cinema. Miriam Hopkins, mai così bella, fa del suo corpo l’oggetto e il simbolo, lo strumento filmicoleggi »

Beetlejuice (1988) di Tim Burton Il viso di Keaton/Beetlejuice ha un make up sporco, destrutturato, offensivo: una faccia di fango e gesso complementare al suo abbigliamento avanguardistico a righe bianche e nere. Beetlejuice è un segno grafico inconfondibile, è anarchia emersa dalla terra per uccidere il chiaro di luna e rivoluzionare immaginativamente illeggi »

Nella morsa (1949) di Max Ophüls Una smarrita Barbara Bel Geddes si agita come una foglia al vento in Caught (Nella morsa) diMax Ophüls: ci troviamo nel territorio sensibile e vorticoso del melodramma, ma siamo distanti dallo stile violento, inebriato di emozione ed intenso fino alla ferita di Douglas Sirk. Sirk e Ophüls, entrambi tedeschi emigrati aleggi »