Segni diVersi (Page 6)

La scrittura è pericolosa. Mi fa paura, come lo specchio. Scappa da tutti i lati. Mi riflette. E mi nega. La sento respirare nel buio. Mi fa inventare la verità. È una menzogna così vera che non c’è bisogno di mostrare che esiste. Mentre scrivo, io stesso non esisto più. Eppure, godo nel vedere, nel toccare finalmente. Un piacere che è dolore. Posso essere sul rigo, nella pagina. In un’idea. Ma non sono io. La scrittura mi seziona. Mi annulla. Non mi fa diventare. I vocaboli di cui si nutre sono la mia pelle, i miei occhi, il mio sangue. Ma negano indifferenti ogni mia identità.

Ricordati che il Lunedì di Pasqua sei da me. No, lunedì non posso, sono di suicidio. Ma come, me l’avevi promesso. Lo so, mi dispiace, ma credimi, non ne posso fare a meno. Non puoi rimandare? Anche al giorno dopo. Sai, ci sarà anche Leandro. Pensa che viene apposta daleggi »

Il diavolo ci mette sempre lo zampino. Paul Auster la chiama la “musica del caso”. E per carità, sarà un caso o il Caos, la provvidenza o una maledizione, ma quando il destino viene a incassare e tu ti fai trovare all’asciutto, sembra che dietro la tua vita, proprio unleggi »

Non ho fatto molto per conoscerlo. Mi sono limitato ad aspettarlo. O forse era lui che stava aspettando me. In effetti non so nemmeno se ci siamo mai incontrati. Nessuno ci ha mai presentati. Né lui ha cercato di venire da me. Ma per favore. Mi sono limitato a subireleggi »

Non c’è cosa peggiore del vedere un ragioniere che cerca di fare il poeta. Sarebbe il caso di stendere un velo pietoso – e dunque impietoso – su quest’immagine. Non si capisce bene perché un’umanità composta per il novantanove per cento di ragionieri debba avere così inviso quell’un per centoleggi »

Capisco la carta straccia, perché mi assomiglia. Avrebbe pur detto qualcosa un tempo. Se non fosse che. Guardatemi. Accartocciato come sono sul fondo di me stesso. Anche nei momenti in cui raccontai, sapevo del cestino dei rimpianti.E non ho fatto niente – leggero com’ero – per non finire tra leleggi »

L’accusa dimostrerà che il poeta David Foster Wallace è stato ucciso dall’uomo David Foster Wallace e non il contrario.Dimostreremo che non è stato un delitto poetico ma un delitto umano. Principalmente perché il delitto poetico non esiste, esiste solo quello umano.È innegabile che “gigantesche ombre asteriscoidali” gravavano sul rapporto cheleggi »

Datemi una bestemmia. Io voglio leggere una bestemmia. Una bestemmia, un urlo, una ferita che non guarisce. Io non voglio leggere libri. I libri con le storielle, con le tramine interessanti, i libri raffinati, perfettini. I libri ben stampati per un lettore ammodo. Io voglio leggere Belzebù, non un libro.leggi »

Il poeta non sa far di conto. Ha il “carpe diem” che gli scorre nelle vene. Vive alla giornata. Sgraffigna un po’ qui e un po’ là. Può amministrare miseria e miliardi con la stessa disinvoltura.Frequenta pendagli da forca e nobiluomini col medesimo doveroso distacco. Non gli parlare né dileggi »

Ci sono dei versi che non mi danno pace: E come avvien quand’uno è riscaldato, / Che le ferite per allor non sente; / Così colui, del colpo non accorto, / Andava combattendo ed era morto. E in particolare è quel del colpo non accorto, / Andava combattendo ed eraleggi »

All’interno di una nidiata di ragionieri, se ne distingueva uno dalle piume grigie, particolarmente grande e goffo. Sebbene la madre avesse cercato di accettarlo nonostante le sue differenze, il piccolo venne ben presto emarginato dai suoi simili: il duro trattamento che gli venne riservato lo indusse dopo un po’ aleggi »