Segni diVersi (Page 5)

La scrittura è pericolosa. Mi fa paura, come lo specchio. Scappa da tutti i lati. Mi riflette. E mi nega. La sento respirare nel buio. Mi fa inventare la verità. È una menzogna così vera che non c’è bisogno di mostrare che esiste. Mentre scrivo, io stesso non esisto più. Eppure, godo nel vedere, nel toccare finalmente. Un piacere che è dolore. Posso essere sul rigo, nella pagina. In un’idea. Ma non sono io. La scrittura mi seziona. Mi annulla. Non mi fa diventare. I vocaboli di cui si nutre sono la mia pelle, i miei occhi, il mio sangue. Ma negano indifferenti ogni mia identità.

Faccia attenzione.A cosa?Beh, mi creda, quando si cammina sulla corda sospesa nel vuoto, a così grande altezza e senza rete di protezione sarebbe meglio, molto meglio, prestare la massima attenzione a quello che si fa.Non si preoccupi. Ci sono abituato. Lo faccio fin da piccolo.Ah, allora non c’è bisogno cheleggi »

Il vecchio distratto non si è accorto di essere finalmente non più solo, come direbbe il suo amico tedesco Peter. Ora è uno con molti, uno con tanti, come gli ripete il suo socio gallese Dylan. Va a passeggio con Jacques tra i filari d’alberi di viale des Gobelins, eleggi »

Qualche volta potrei anche ignorare il maltolto, ma non posso non chiedermi chi è che decide come e quando dev’essere fatto del male a Davide. L’ipocrita parola, si sa, scatena disastri d’incomprensione. Il mondo piagato esiste e resiste, senza che nessuno si occupi di curarlo. Quello che mi spaventa èleggi »

Il poeta è un imbroglione incallito che dice sempre la verità. Quello che va dicendo assomiglia più a un racconto che alla realtà. Quello che va raccontando diventa realtà senza esserlo, perché certe volte la realtà non c’è nessun bisogno che sia reale. Pessoa lo definisce “fingitore”. E in effetti illeggi »

Lei è la persona che dichiara di essere? Sta parlando con me? Mi pare. Certo che lo sono. Cosa? La persona che dichiaro di essere. Me l’ha appena chiesto. Ah, già. Ed è sicuro di poter affermare che non c’è un dietro le quinte? Mi guardi. In che senso, scusi?leggi »

Superman sniffa kryptonite. Lo fa da quando è piccolo per sentirsi come tutti gli altri deboluccio ed esposto alle intemperie. Si fa di kryptonite per non farcela per perdere i superpoteri e sentirsi più a suo agio nei panni di Clark Kent. Quando diventa normale si trova meglio anche conleggi »

Tesoro, scusa, sai dov’è finito il sesso? Non riesco a trovarlo. Dovrebbe essere nel ripostiglio, perché? Come, perché? A che ti serve, stamattina? Non dobbiamo uscire? Sì, e allora? Ne ho bisogno per definire un buon rapporto. Con me? No, cara, che c’entri tu? Un buon rapporto con me. Ah,leggi »

A che piano va? All’ultimo, grazie. In su o in giù? In giù. Numero? Il numero non lo so. Non con esattezza, dico. Di che girone parliamo? Non di girone, ma di cerchio. Ah, addirittura. Che cerchio? Nono cerchio. Me l’aspettavo. Traditori di chi si fida. Fa molto freddo doveleggi »

Una mano in tasca non giustifica la solitudine dell’anima. Anche se mi aiuta a spiare il mondo da una finestra socchiusa.All’esistenza basta pochissimo. Ma la sola idea di una luce non guarisce il tempo. Mette in evidenza oggetti, nient’altro. Poltrona, vaso, telefono, divano, libro, allora, d’improvviso, sono dotati divita propria.leggi »

Ho visto lacrime col vestito della festa e lupi da compagnia. Muri di tempo. Ho visto malattie che fanno guarire. Ho visto fiori che esplodono e frecce d’amore avvelenate. Ho visto i frequentatori delle stelle. Ho visto scarpe che scrivono poesie, cuori di sabbia, bocconi che si ingoiano da soli.leggi »