Rubriche (Page 38)

Mia madre è questa ferita a cielo apertosenza riparo, che non smette mai di sanguinare.Mia madre che aspetta ancora, inconsolabile, una carezzada quando era bambinada una madre che era una ferita a cielo aperto. Le madri che sgocciolano lacrimee lanciano ami che ti pescano sempreanche quando pensi di esserti benleggi »

Tutto sommato non è stato granché. Un po’ di sangue qua e là, ma neanche troppo, qualche lamento subito soffocato dall’ultimo colpo alla nuca, venti secondi di tremito sul parquet del soggiorno e via, tutto finito. Più veloce di una sigaretta. E poi dicono che ammazzare è un’esperienza terribile, unaleggi »

Román guarda verso il cielo. Delle nuvole striate si disfano al vento. Sulla strada sterrata non passa nessuno da un’ora. Se da quelle parti hai un incidente, ti trovano prima i lupi degli uomini. Il posto perfetto dove fermarsi, quando occorre fermarsi per decidere. Julieta gli ha scritto una lettera.leggi »

Ti chini per osservare controluce il pavimento della cucina. Secondo me lo trovi perfetto. Zero tracce, niente sporco. L’igiene ti fa stare bene. Non vorrei guastarti la giornata ma oggi mi sento incline a un comportamento azzardato. Certo potrei restarmene in disparte, come sempre, e lasciarti cullare nelle tue illusioni.leggi »

Aveva trovato casa nello stesso barrio dove viveva il suo bersaglio. Era stato facile, nonostante lo scarso preavviso: la crisi economica aveva colpito duramente anche Barcellona. Il suo settore, invece, non aveva subito contraccolpi di sorta: operava in un ramo che non conosceva congiuntura. Parlando di se stesso, amava definirsileggi »

Allungo la mano con lentezza, le dita tra le cosce fasciate dalle autoreggenti nere, guardo verso la webcam con occhi languidi e sbatto due o tre volte le ciglia finte, labbra socchiuse e lingua che fa capolino. Senza occhiali non ci vedo bene ma capisco che la lucetta rossa èleggi »

Stamattina mentre facevamo colazione mio figlio era di umore strano. Di solito si mette curvo sulla tazza piena di latte e corn flakes, tiene con una mano il ciuffo di capelli che altrimenti potrebbe finire inzuppato, e intanto da un orecchio all’altro gli spunta un sorriso. Il suo sorriso loleggi »

Il fischio del treno arriva da lontano e taglia l’aria gelida di questo novembre che sembra non finire mai. Fa freddo, ma io non sento né le mani intirizzite né la punta del naso ghiacciata: la mia fame di avventura è più forte di tutto, anche delle urla di mammaleggi »

Due passi e un salto lungo. Carezza a Micky. Tre passi a gambero. Tabellina del quattro. Mamma che piange, mamma che ride, che racconta di me a nonna per telefono. A me piace stare in casa, a lei non tanto. Dice che non è per la ricrescita, la spesa cheleggi »

Gianni fissò la grande marea sotto di sé e decise di telefonarle. Fece il gesto inconsueto in modo meccanico, i telefoni non funzionavano più da ore. Né fissi né cellulari. E, in ogni caso, sapeva bene che lei non avrebbe risposto. Se solo avesse potuto spiegarle quello che pensava. Seleggi »