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Roger arriva puntuale. L’intervistatore, quando lo vede, si lascia quasi sfuggire il taccuino che ha in mano per la sorpresa. Gli hanno detto che è un po’ strano, che a volte si dimentica gli appuntamenti, da un momento all’altro si distrae e piomba in un altro mondo. Però questa voltaleggi »

Nella notte gelida una mano mi tirò su, in alto, fuori dalla mia branda fatta di rami, e poi mi scaraventò a terra. Ricordo solo questo. Un momento prima dormivo nella baracca, indolenzito per le mie dodici ore di taglio dei larici, e un attimo dopo volavo nel freddo. Eleggi »

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Non so fare la valigia. Viaggiare è una delle cose che amo di più, ma non ho mai imparato cosa portarmi dietro. Se dovessi farla per Elena, non sbaglierei un colpo: il tubino nero, un paio di scarpe spavalde di quelle su cui lei vola, un altro paio – stavoltaleggi »

Il ventisei marzo lei gli aveva chiesto amicizia su Facebook e lui l’aveva accettata. Subito dopo, lo aveva agganciato scrivendogli su Messenger, complimentandosi per gli articoli che lui pubblicava sul più importante quotidiano della loro città. Sembrava conoscerli a memoria. Astuta, aveva pensato Dante, che era un single di lungoleggi »

Le ultime strisce di notte si sfarinano lente sopra i tetti, un sole guardingo fa capolino tra i comignoli della casa di fronte, ma l’aria è umida e gelata, si infila sotto il pigiama e mi raffredda la schiena.Il cuore è già freddo di suo.Piegato in avanti, i gomiti puntatileggi »

  Sei del mattino. Il sole debole di aprile si insinua tra i platani spogli del viale, fino al finestrino semiaperto e alle mie dita che tamburellano nervose sul volante. Seguo con occhi distratti le volute azzurre di fumo risucchiate fuori dalla fessura. Sono qui da quasi mezz’ora e Gioleggi »

  Non questa voltadi Katia ColicaCASTELVECCHI EDITORI Mio padre gestiva un buco di bottega alimentare al mercato coperto di via Filippini. “Spina Generi Alimentari” diceva l’insegna, la prima cosa che ho imparato a leggere. Avevo circa quattro anni, lui spesso mi svegliava ancora prima dell’alba e mi portava con sé.leggi »

Alla maniera di Diodi Katia Colica Camminavano; col freddo che faceva, poi. Le porte delle case di cartone non volevano aprirsi: non c’è posto, gli dicevano. Li pensavo malfermi nel loro essere statuine, le gambe di gesso affondate nella neve spray: lui stava sotto un cielo di cartone decorato aleggi »

Marylou è appena arrivata in posizione alla pertica tra gli sguardi distratti dei camerieri che la tirano lunga passandosi uno spinello davanti alla porta della cucina, i grembiuli bianchi corti sui pantaloni neri. La nuvola di fumo non si taglia ancora con il coltello e giù in fondo c’è illeggi »

Rosa solleva lo sguardo e lo posa avvilita su pacchi e scatoloni. Da qualche parte ha letto che lo stress da trasloco è tra i più alti, pari forse a quello da lutto. La sua casa le sembra un campo di battaglia, la sua vita un corpo sezionato col bisturileggi »