Rubriche (Page 3)

Ogni giorno i piccoli Adamo ed Eva andavano ai giardinetti dell’ Eden per giocare a palla e ogni giorno, all’ ingresso dei giardinetti, incrociavano il terribile serpente.«Mele, belle mele succose e ricche di vitamine» sibilava suadente.I bambini erano tentati ma l’ Entità Suprema, la mamma, era stata chiara: «Non accettateleggi »

Certe parole mi urgono dentro, diceva. Ma escluderei la possibilità ch’io possa spiegare tutto. E si serviva del sesso come della lepre nelle corse dei cani. La sua scrittura lo inseguiva senza raggiungerlo mai. Per tutta la vita vessato dalla vergogna, aveva poi imparato a farne a meno. Era senzaleggi »

Allo sgocciolar dell’anno chiedo scusa alle cose a cui non ho badato a chi ho dato per scontato Per ogni trascuratezza chiedo venia per tutti i pensieri che non si sono fatti presenza per la mia anima scivolosa che se ne va quando vorrebbe restare che tace quando dovrebbe direleggi »

È appena salita e si è seduta di fronte, aprendo subito un libro dalla copertina scura. Ha i capelli di diverse tonalità di grigio, un po’ rigidi, striature bianche qua e là. Le stanno staccati dal viso, oscillando a ogni movimento con la sublime indifferenza che hanno i fili elettricileggi »

Si accarezzava la pancia senza pensarci, un gesto spontaneo, involontario, del quale era quasi inconsapevole. A volte prendeva coscienza della curva innaturale per il suo corpo esile, e sorrideva,poi dimenticava.I peperoni li aveva piantati lui a giugno, non sapeva quando fare questo lavoro e sulla confezione dei semi non c’eranoleggi »

«Maestro…» «Professore…» «Esimio…» «Vostra Eminenza…» L’ultimo appellativo parve un po’ eccessivo a chi, dei presenti, aveva ascoltato quel brusio sommesso e sottomesso che accompagnava l’incedere dell’ospite d’onore ma lui, l’ospite d’onore, non parve accorgersene, preso com’era dalla sacralità del momento. Mentre scendeva le scale dell’antica cantina scavata nel ventre dileggi »

Ho solo le mie parole povere per affrontare il mondo 14 vocaboli o poco più sempre la stessa poesia per dire tutto per comprendere la complessità colossale So solo guardarmi dentro ho armi spuntate per la realtà le mani vuote nessuna soluzione ai problemi grandi ai mali del nostro tempoleggi »

La sua grafia era quasi una porno-grafia. Per la morbosità acuminata del tratto. Sembrava quella di un mago, un prestigiatore, un illusionista da circo di paese. Ancora tu, sbuffava davanti allo specchio. Ma non c’era più tempo: al lavoro, diceva, al lavoro. C’è da distruggere me stesso. Anche oggi, aggiungeva,conleggi »

Aveva sempre ceduto il passo ai sogni. Era la sua maniera di stare al mondo, di affrontare gli altri. Aveva la mente prigioniera della mente. Chiedeva al primo che incontrava: Giochiamo a mente prigioniera? Sulla vita consultava se stesso da morto. E si permetteva di uscirne vivo. Si esercitava aleggi »

“Buongiorno, giovanotto, sono venuta a costituirmi. All’ora di pranzo ho ammazzato mio marito”.L’appuntato Carmelo Leone fissò la donna davanti a sé e pensò due cose: la prima era che la vecchietta, così piccola, canuta, tonda e rosea, gli sembrava uscita da un libro di fiabe e la seconda che laleggi »