Partendo dalla suggestione del film Rashomon di Akira Kurosawa abbiamo preso una fotografia scattata da Viviana Gabrini e alcuni Sviaggiatori hanno raccontato una storia interpretando l’immagine a modo proprio.
Il risultato è sorprendente. Perché ogni cosa è vista con i propri occhi e ciascuno di noi ha una sua narrazione della vita e di ciò che vede, anche se l’immagine è la stessa.
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Milano, tardo pomeriggio di un sabato a ridosso del Natale. Ha smesso da poco di piovere e il selciato riflette i colori del maxi-schermo pubblicitario che campeggia su piazza del Duomo. La bocca della metropolitana sputa silhouette nere che corrono e si allargano per la piazza come formiche impazzite.
L’uomo procede di fretta e ogni passo sono almeno due passi della bambina al suo fianco. Di sua figlia, in quel momento, poco e nulla gli importa, così come della donna che sta con loro. Fatica persino a pensarlo: moglie. Non più, non ora. Forse una vita fa. Meglio dimenticare. Certo, sarebbe tutto più facile se quelle due non esistessero.
Sul telefono, intanto, gli arrivano i messaggi della donna che ama. Lei è il suo presente e il suo futuro, non quelle due che gli appesantiscono il passo e la vita.
Ha accettato quest’ultima corvée natalizia per non sentire più il pigolìo irritante di sua moglie che, senza un briciolo di dignità, lo ha implorato di non andarsene prima delle feste. Inutilmente. Ancora un piccolo sforzo, la sua nuova vita è a portata di mano. Sorride.
«Guarda mamma, è tutto rosa!»
Rosa? pensa la donna. No, niente rosa. Solo cenere. Nell’aria, per terra, in bocca. Grigio e cenere. La donna tenta un sorriso in direzione della figlia, euforica per l’imminente appuntamento con Babbo Natale ai grandi magazzini. La bocca dello stomaco le si contrae dolorosamente. Da settimane la sua vita è una finzione. Finge di stare bene, di essere al mondo, di vedere colori, di ascoltare suoni, di avvertire sapori.
“Mi sto sgretolando” pensa e si stupisce di non lasciare dietro di sé una scia di macerie e calcinacci. La mano di sua figlia, nella sua, è piccola e calda. La donna le si aggrappa e dentro di sé le implora di salvarla.
Con la bocca socchiusa per lo stupore e il naso per aria, la bambina non smette di guardarsi attorno, riempiendosi gli occhi di luci e colori. Mentre sgambetta in mezzo ai genitori, stringe nella mano destra la lettera che sta per consegnare a Babbo Natale in persona. Si chiede se non sia tardi per chiedere i regali, ma poi si tranquillizza dicendosi che Babbo Natale è magico e che non c’è nulla di impossibile per lui. Si volta verso suo padre e si chiede come mai i papà hanno sempre tanta fretta e poca voglia di parlare. Poi sente la mano di mamma stringerle la sua e sorride, felice. Per Natale ha chiesto la casa di Barbie e una scatola di Lego, oppure la Fabbrica dei Gioielli e il Gioco dei dinosauri.
Ma soprattutto ha chiesto una sorellina.
Anche un fratellino, ma solo se le sorelle dovessero essere esaurite.
©Viviana Gabrini, 2019