Euro Carello (Page 2)

Torinese, non ha saputo opporsi ad una insopprimibile vocazione ed ha avuto insieme la (felice) sorte di insegnare ed un’attiva partecipazione alla stagione del ’68 e dintorni. Per quindici anni è stato volontario nell’ associazione umanitaria Emergency. Il suo racconto I Corvi sono lì che aspettano ha vinto il XIV Trofeo RiLL 2008 per il miglior racconto fantastico. Per Giulio Perrone (2010) ha scritto Il seme del nemico, (diritti per Emergency) e con Mario Bianco per Graphot Ed. Letti a undici piazze, racconti su undici piazze torinesi. Nel 2020 ha pubblicato per Calibano Ed. il romanzo Trenta per te, che si augura resti distopico, sull’Italia malata di un anche troppo prossimo futuro. Resta comunque fermamente convinto che il pessimista sia un ottimista meglio informato.

Il suo spazio è: www.eurocarello.it

Finestra con pini e neve

I capelli grigi sciolti sulle spalle, la fronte appoggiata allo stipite della finestra, la donna scosta la tendina con una mano diafana, dalle vene azzurre in rilievo. Il vetro è appannato, le viene voglia di disegnarci sopra con l’indice, come faceva da bambina. Appoggia il dito sul vetro gelato, traccialeggi »

È buio, qui. E c’è un sacco di silenzio, adesso. Prima, no. Prima c’erano tutti quei rumori, e quegli urli. Mi davano fastidio, quegli urli. Mi rintronavano nella testa, anche se mettevo le mani sulle orecchie. Ho provato a dirgli di smettere, ci ho provato, ma non è servito aleggi »

Quando l’uomo scende dal letto, la solita molla si fa sentire. Uno schiocco insolente nell’aria già calda del primo mattino. Volta veloce la testa verso il letto. Lei non si è mossa. È coricata sul fianco, un braccio lungo il corpo, la mano rovesciata con le dita sottili a concaleggi »

Fuori è tutto bianco, si vede solo neve da tutte le parti. Anche gli alberi sono tutti bianchi e carichi, ogni tanto qualche ramo per il peso viene giù, fa un crac forte e poi uno sploc molle, quando affonda nella neve alta. Perché la neve pesa un casino. Loleggi »

A svegliarmi è il silenzio. Assoluto, perfetto. Troppo perfetto. Niente sferragliare di tram, niente urla di ubriachi o stridere di freni. Un silenzio assordante, che non so perché, ma mi angoscia. Aguzzo le orecchie, ma dalla strada nessun suono, neanche il frusciare del monopattino di qualche nottambulo o il romboleggi »

Arriva mentre il sole sta andando giù. Cammina adagio, i passi corti e meticolosi di chi non è abituato, uno dopo l’altro sulla ghiaia che scricchiola, la testa finalmente leggera, dopo tanti anni di silenzio e pasticche, in quel posto così bianco. Si ferma un momento vicino alla fontana, lascialeggi »

Le ultime strisce di notte si sfarinano lente sopra i tetti, un sole guardingo fa capolino tra i comignoli della casa di fronte, ma l’aria è umida e gelata, si infila sotto il pigiama e mi raffredda la schiena.Il cuore è già freddo di suo.Piegato in avanti, i gomiti puntatileggi »

  Sei del mattino. Il sole debole di aprile si insinua tra i platani spogli del viale, fino al finestrino semiaperto e alle mie dita che tamburellano nervose sul volante. Seguo con occhi distratti le volute azzurre di fumo risucchiate fuori dalla fessura. Sono qui da quasi mezz’ora e Gioleggi »

Marylou è appena arrivata in posizione alla pertica tra gli sguardi distratti dei camerieri che la tirano lunga passandosi uno spinello davanti alla porta della cucina, i grembiuli bianchi corti sui pantaloni neri. La nuvola di fumo non si taglia ancora con il coltello e giù in fondo c’è illeggi »

Tutto sommato non è stato granché. Un po’ di sangue qua e là, ma neanche troppo, qualche lamento subito soffocato dall’ultimo colpo alla nuca, venti secondi di tremito sul parquet del soggiorno e via, tutto finito. Più veloce di una sigaretta. E poi dicono che ammazzare è un’esperienza terribile, unaleggi »