Eleonora Scrivo (Page 2)

Eleonora Scrivo, nata nel 1972, vive a Reggio Calabria.
Autrice di poesie e di racconti ha pubblicato, nel 2018, la raccolta di versi (R)umori sinistri: taccuino liquido di trambusti mancini dell’anima per Laruffa editore che le vale la menzione al premio nazionale Mario Luzi e, nel 2020, per i tipi de La città del sole, La cura provvisoria dei tratti fragili, silloge narrativa di cui è coautrice con Tiziana Calabrò.
Ha collaborato all’antologia Le antenate, pubblicata da Sartoria utopia nel 2022. Cura per il circolo culturale Cartoline rock, la rassegna di poesia e letteratura. Collabora con Adexo al festival Balenando in burrasca, per cui ha scritto e interpretato le performance di divulgazione letteraria Un titolo ci vuole, Antonia e le altre e Strega comanda colore.

Madre, non più madre, sempre madre, ora che conosci di me anche quello da cui ti avevo salvato, da cui non mi avevi salvato, vorrei sapere se sei tu che, dopo una vita di sfumature sommesse, hai colorato i miei vestiti, all’ improvviso, hai mandato i tuoi gioielli da signoraleggi »

Ho sempre saputo che da grande avrei fatto l’evaso. Mio nonno aveva sette gabbie e venti canarini, a casa, mia nonna e tre figlie più in galera degli uccelli. Da allora ho sempre tagliato barriere e recinti margini righe reti da pesca e sono andato e ancora vado non daleggi »

– È lì da ieri mattina, agente.…– Come dice? No che non è molesto, anzi, sembra gentile. Ha detto solo che sta aspettando Maria e non simuoverà da qui, fin quando lei non arriverà.…– Certo che gli ho chiesto chi sia Maria, credevo la moglie o la figlia o laleggi »

Non ci serve la luce per vedere cosa ci hanno tolto, era tutto, non era molto, era il vuoto a perdere che seduce Hanno cancellato i cortili, coperto le terrazze, invocato i santi ostili in processione nelle piazze Abbiamo stirato la giacca e imparato a memoria il discorso, ascoltando leleggi »

Il Sardo, quella domenica, si era svegliato con un pensiero molesto che lo pungeva come il cardo quando, da bambino, d’estate, si rotolava giù per la scarpata. Il mercato era di solito un buon motivo che ancora, alla sua età, lo faceva muovere con un minimo di entusiasmo, intanto perchéleggi »

Mi hanno condannato A tenere gli occhi aperti Sono un eroe tragico Privo di redenzione Guardo le belve Sempre più affamate Vestite di chiffon e profumate Chiudono gli occhi Quando il lusso le accarezza Piangono asciutte Quando la morte le disprezza Prego la notte una banda di passaggioChe invece delleleggi »

-Domani viene un tizio, amico di Francesca, ci dà 500 euro per il tavolo e le panche. -E magari gli diamo anche le sedie e una fettina di culo ciascuno, no? -Paolo, ancora? Ma lo vuoi capire che dobbiamo svuotare casa entro il 15, tra venti giorni, esattamente. Ringrazia Dioleggi »

Li riconosci subito i bambini bene amati, sono gli adulti che arrivano in aeroporto al tempo giusto, col bagaglio essenziale. Li senti splendere i bambini ben amati, una volta cresciuti, parlano al futuro, frequequentano disinvolti i progetti di vita, hanno sempre denti dritti e paure gestibili. Anche quando li ritrovileggi »

Blu, le prendo blu, no, forse nere, bianche sono sempre belle, si va verso l’estate, sì, ma poi, se metto una roba più carina, la scarpa bianca di tela sdice e si sporca subito. Ma la scarpa deve essere sporca, parla di gente che cammina, è comunismo, è inclusione, loleggi »

A Cutro, mia madre bambina, per un pugno di anni, bagnò le sue estati. Ripeteva, da adulta, l’ accordo iniziale della fiaba sussurrata a più voci, da questi e altri minuscoli punti di sutura, sparsi a caso che abitò, in un girovagare da migrante fortunata. Oggi, non riconosco quel mareleggi »