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La macchina corre veloce verso la montagna. Lei allunga una mano e stringe la sua. La guarda: è grande, larga, calda, rassicurante. Le vene in rilievo formano un reticolo verde scuro che si intravede sotto pelle; ha sempre amato le sue mani. Le ha viste trasformarsi negli ultimi quarant’anni. Unleggi »

È davvero un grande onore per Sdiario che uno scrittore ci doni il primo capitolo del suo romanzo ancora inedito. Se poi questo scrittore è Alessandro Zannoni oltre all’onore c’è anche un grandissimo piacere. Perché Zannoni è bravo; è una penna scarna e appuntita come una scheggia di vetro. Eleggi »

Giro per casa solo quando non c’è nessuno. Mio padre sa tenere le distanze, invece da mia madre devo stare alla larga. So che potrebbe prendermi alle spalle e stringermi. Non sopporterei le sue mani. Uscirò di casa solo quando avrò la certezza che agli esseri umani sono cadute leleggi »

Mi chiamo Petra Stuttgart, ma non è il mio vero nome. Dicono che dovrei avere circa trentacinque anni, e così c’è scritto sulla mia carta d’identità. La data sul documento è quella della mia nascita, il 14 febbraio. Di trentacinque anni fa. Ma non è la mia vera data dileggi »

Dai viaggi si torna con un po’ di tutto. Dai viaggi torno con quel cibo che credo di non trovare sotto casa. Ci sono, nella mia dispensa, spezie, buste di minestre liofilizzate, ogni tipo di marmellata, di miele, di salse. Bustine di tè e di tisane. E ancora sottaceti eleggi »

“Facciamo entrare le pecorelle nell’arca”: era il nostro gioco. Allora lei allungava le braccia sopra il tavolo della cucina e mi lasciava le sue mani. Io gliele prendevo, unendole i mignoli. Gliele aprivo bene, anche se come le volevo io non ci stavano mai, perché le dita tendevano sempre aleggi »

Una storia, un libro La descrisse, in un libro memorabile, Maurizio Maggiani: La Regina disadorna, e da quel libro ne puoi sentire anche il profumo, il suono. A me quel libro è piaciuto tanto e a distanza di qualche lustro riproporre quel temine, La Regina, è parso un fatto naturale.leggi »

Capitolo 10   Davanti al parcheggio chiuso, nell’aria irrespirabile, vicino all’edicola votiva della madonnina infilzata, un cumulo di carte si alzava in aria nel ricircolo dello scirocco. Sull’autobus che attraversava i balati, dove stava il chiosco delle granite, con il nugolo di cani cenciosi che ci sciamava attorno, una donnaleggi »