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Poso la scatola sul tavolo del soggiorno. Abbandono la giacca sulla sedia. Lo sguardo mi cade sulle pattine, che ho buttato sotto il calorifero. Per fortuna Ada non è più qui a ossessionarmi con la sua mania per le pulizie. Già me la sento nella testa: «Quante volte ti holeggi »

Svegliarsi nell’appartamento per turisti, una di quelle mattine di inizio anno in cui il mondo sembra tutto nuovo, come dopo una nevicata, anche se di neve non c’era l’ombra. Fare colazione e vestirsi senza scambiare una parola, aspettare alla fermata imbacuccati e muti, poi sedere sull’autobus uno dietro l’altro, comeleggi »

Di buio il busto scomodo. Le ombre gli rubano l’aria. Le sinfonie notturne sono balzi di torace in posizione eretta. Uno strappo di fiato nella notte. Mi è sembrato di averlo nel petto il cuore di mio padre. ©Francesca Rossetti, 2019 ©Foto di copertina di Leonardo Cassi, 2019leggi »

Vi racconterò una storia, ma vi avviso, essa parla di Eoni dimenticati, Antichi Dei, innominabili culti e un amore così grande da infrangere le barriere dello spazio e del tempo. Una storia per anime coraggiose. Molto tempo fa un giovane si smarrì nel deserto. Stava ormai per morire consumato daileggi »

Willy Middlebrook si definisce: “un bravo ragazzo dei sobborghi”, collocandosi da subito nella periferia di un mondo che farà fatica ad afferrare. Willy è un ragazzo scanzonato che ruba cartelli stradali col suo amico John, beve whisky rubato ai genitori e scherza volentieri con gli insegnanti. Finirà congedato con disonoreleggi »

SCRIVERE Scrivere può essere un atto di coraggio verso se stessi, soprattutto. Uso il dubitativo perché francamente non ho risposte in merito, perlomeno non le ho certe. Scrivere rappresenta anche tante altre cose e ciascuno che scrive ha la propria, valida sempre e comunque per sé. Insomma, comunque la sileggi »

Dice che la vuole tutta nuda. Sara si spoglia senza fiatare. Accenna un sorriso che nessuno può vedere perché è buio. Ha mal di testa, ma la parola esatta sarebbe “stordimento”. Forse “confusione”? No, “stordimento”. Ha la fissa per il lessico, Sara. Deve sempre cercare il termine che descrive unaleggi »

I pantaloni gialli, la camicia blu. L’uomo era fermo, appoggiato alla ringhiera di ferro: moderno tubolare coi tiranti d’acciaio, si allungava dividendo la terra dal mare, dividendo la gente vestita da città da coloro che in spiaggia avevano deciso di giocare a crederci all’estate infinita. Anche l’uomo pareva crederci. Ileggi »

Manco. Manco a me stessa. Smarrita. Scomparsa. Mi guardo allo specchio. Quel volto diafano, incavato, che negli ultimi giorni sembra essersi allungato come un orologio di Dalì, non sembra quasi più mio. La scorsa notte l’ho sognato avvolto di ragnatele. Non ero io. Ma ero io. Non capisco: perché ricordoleggi »

Partendo dalla suggestione del film Rashomon di Akira Kurosawa abbiamo preso una fotografia scattata da Viviana Gabrini e alcuni  Sviaggiatori hanno raccontato una storia interpretando l’immagine a modo proprio. Il risultato è sorprendente. Perché ogni cosa è vista con i propri occhi e ciascuno di noi ha una sua narrazioneleggi »