Il 29 febbraio comunque la si pensi non è un giorno come tutti gli altri e il suo essere fausto o infausto è solo una questione di latitudine. A me piace guardare il lato bello e positivo della vita e il 29 febbraio lo associo a un disco che amo molto, uscito quattro anni fa e che a grande richiesta verrà ristampato esattamente nella stessa data. Si tratta di Vive di Annie Barbazza, cantante e polistrumentista tra le più apprezzate dai grandi della musica.
A scoprirla e valorizzarla è stato Greg Lake che, quando ha compreso di non poter portare avanti il progetto di ripercorrere i classici della sua carriera dando loro una dimensione essenziale e intimista, ha affidato a lei il compito e ne ha curato la produzione. Moonchild firmato con Max Repetti è uno di quegli album che tutti dovrebbero avere. Altro capolavoro è Folly Bololey (Songs From Robert Wyatt’s Rock Bottom), in questo caso è accanto a John Greaves e la reinterpretazione di uno dei classici degli anni ’70
porta Robert Wyatt ad affermare che questa nuova brillante versione apre nuove profondità, nuove prospettive, verità nascoste. Un risultato incredibile. A questi nomi se ne aggiungono altri e non meno importanti: Paul Roland, Robyn Hitchock, Osanna, Lino Capra Vaccina, Paolo Tofani, Max Marchini. Musicisti con cui Annie Barbazza ha collaborato, musicisti che non hanno voluto mancare, chi regalando un brano chi partecipando attivamente, a quello che è il suo album di debutto. Vive è una parola semplice ma intrisa di significati e significanti.
Quello immediato, meno scontato ma fondamentale per entrare nelle atmosfere dell’album, è il riferimento al segno con il quale William Xerra, artista visuale, dal 1976 firma alcune sue opere. L’immagine di copertina, infatti, è una sua creazione. Il frammento, lo spazio che occupa una volta estrapolato dal contesto e la sua dimensione autonoma sono, per sommi capi, i cardini su cui si basa la poetica di Vive. Sensazioni di un momento, ricordi che riaffiorano dalla memoria e che cercano una dimensione propria, sogni che pur nella loro evanescenza regalano materialità di realtà parallele.
Annie Barbazza si è raccontata e si racconta in quello che possiamo definire un viaggio onirico
introspettivo. In questi anni la sua bravura, la stima dei grandi e la conseguente fama hanno continuato a rafforzarsi al punto che la Dark Companion Records ha deciso, su pressione anche di un pubblico colto e attento, di ristampare Vive.
La seconda edizione sarà in formato CD in edizione limitata e in qualità audiofilo, ma chi vuol far sua una la prima edizione in vinile magenta (300 copie numerate a mano, diversi inserti e il cd in oro) può ancora trovarne qualche copia sul sito della MA.RA.CASH Records.
E mentre la caciara festivaliera inizia a scemare e le sue improbabili meteore si consumano dopo un
breve attimo di notorietà, febbraio nel suo giorno speciale può dirsi padre di un album meraviglioso.
©Fortunato Mannino
Max Marchini
Dark Companion Records
Annie Barbazza Official Fan Club
MA.RA.CASH RECORDS