Molte volte sentiamo dire frasi del tipo Il rock è morto! La musica di una volta… Sono considerazioni che commento raramente perché spiegare che la musica rock continua ad esistere e ad evolversi a chi si è fermato a contemplare solo i miti non è semplice. Le leggi del mercato esistono ed esistevano anche prima. La qualità è decaduta e le grandi etichette discografiche sono più spregiudicate? Pienamente d’accordo ma è il mercato e il mercato mira al guadagno e il rock, quello vero e non quello formato merendina, continua a vivere lì dove è sempre stato: nella passione di chi fonda piccole grandi etichette, nei festival e nei pub. A far la differenza è infatti l’entusiasmo di chi da un lato ha voglia di esprimere il proprio concetto di arte e dall’altro di chi riesce a capirlo e valorizzarlo. Uno di questi è Andrea Liuzza, fondatore dell’etichetta Beautiful Losers che in questi anni ha proposto album di grande spessore e soprattutto non scontati. A Second I Will Forget è il secondo album di A Red Idea, moniker del polistrumentista veneziano Alvise Forcellini. Al primo ascolto può restituire una sensazione di frammentarietà, ma se si considera l’idea attorno a cui ruota la poetica dell’album tutto risulta perfettamente lineare. Poetica che possiamo desumere, prima ancora che dalla lettura dei testi, dall’attenta osservazione della copertina e dal titolo stesso dell’album e che riassumerei con la parola momento. La vita è un susseguirsi di attimi dai colori cangianti che nel momento in cui si cerca di cristallizzarli in una qualsivoglia forma d’arte non solo sbiadiscono i loro contorni ma parte di essi saranno persi per sempre. I testi, nati in tempi e luoghi diversi, rispecchiano i chiaroscuri di una vita normale che la poesia e la musica sublimano in arte. E se l’iniziale Above You ha il sapore di una ballata intima in cui domande esistenziali, speranze e dubbi si alternano, nel brano successivo In the Sunshine il mood cambia completamente e si percepisce tutta la serenità e la spensieratezza di una giornata di
sole vissuta all’aria aperta. Vista da quest’ottica l’alternanza di stili e ritmi che caratterizza la
ricerca musicale dell’autore non è più una frammentarietà ma una peculiarità artistica. I nove brani,
che si possono ascoltare nella loro interezza alla fine dell’articolo, faranno sicuramente contenti gli
amanti di quel cantautorato intriso di psych-folk e se vi sono piaciuti comprate la copia fisica,
altrimenti non dite che più Il rock è morto ma cambiate con Ho dato il mio contributo all’omicidio.
©Fortunato Mannino
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