DALL’ACQUA
Nel buio di una notte che sa di mare e tempesta
sono certa che accoglierai mio figlio
così come un giorno hanno accolto il tuo.
Un altro paese, un altro mare, lo stesso sogno
quello di arrivare e crescere liberi
e vivere di quello che la vita avrebbe insegnato.
Sono sicura che abbraccerai mio figlio,
così come un giorno hanno abbracciato il tuo
nell’aria gelida di una primavera spaesata
o in quela tiepida di un inverno stupito.
O magari gli mollerai un calcio e lo sbatterai
in un posto dove lo tratteranno come una cosa
di cui non si sa che farsene,
com’è successo al tuo e come potrà succedere al mio.
Ma so che gli darai una possibilità.
Lo so, ne sono certa perché il sangue è rosso per tutti
e per tutti bianche le ossa.
Lo so perché i figli sono i figli anche di chi non ne ha.
I figli arrivano dallo stesso posto: dall’acqua.
E non è nell’acqua che possono stare, come i pesci,
come le alghe, come la sabbia.
I figli vagano per la terra, nel vento, sotto la pioggia
e stringono mani, e dicono parole,
le dicono a tutti, anche a chi non vuole ascoltarle.
E io sono certa che accoglierai mio figlio perché è anche il tuo.
©Barbara Garlaschelli, 2018