NUDA
(A cosa pensa una donna quando è nuda?)
Cipolle: le sono sempre piaciute, la pancia a vincere il cervello, la passione che supera le difficoltà; lo stomaco non apprezza, ma a lei piacciono. Le piace pelarle anche se i suoi occhi non gradiscono, mai: si piange ogni volta, a nulla servono gli espedienti di nonna, tagliale sotto l’acqua corrente, diceva.
Ma va là, lacrime, sempre. Che del manzo alla birra le cipolle sono il primo passo. Poi l’arancia, la farina, la carne e infine, la birra. Sale, pepe e un pizzico di zucchero. Il lavoro più importante lo fa il tempo, fa tutto lui, da solo. Il tempo ti fa dimenticare che pizzicano gli occhi, Nini. Ore di cottura, ore di pensieri. Con quel pizzicore e le lacrime che non smettono.
A cosa pensa una donna quando è nuda?
È sera tardi, intorno il silenzio, in casa pure.
Domani quella coppia di vicini andranno a cena da lei, e scoprirà se sarà vera amicizia o solo curioso interesse per chi è rimasto solo da poco, c’era un uomo, non si vede più.
Non lo sa che fine abbia fatto, ma sa di poter girare nuda per casa.
Nuda dalla prima volta, quando lui l’ha lasciata a letto, nuda come sempre, ma vuota come mai.
Me ne vado.
Vattene.
Lui si alza e se ne va. Nuda in mezzo al corridoio, lo guarda girarsi: niente drammi, succede.
A cosa pensa una donna quando è nuda?
Devo fare la ceretta. Mi scappa la pipi.
I vestiti non li mette più, è sola, libera.
Ora, appena arriva a casa si spoglia. A volte si fa subito una doccia, a volte le piace sentire addosso e intorno l’odore della giornata. Poi, ai fornelli, concentrata su una passione.
Scoprire parti di lei che interferiscono con quello che vuole fare. La pancia e il seno non sono compatibili con il movimento verso taglieri e fornelli.
A mano a mano, come negli allenamenti in palestra, il suo muoversi acquista armonia, è a proprio agio, scopre che la nudità è vivere senza maschere.
Si guarda negli specchi, la casa ne è sempre stata piena, lui li odiava, lei amava le immagini fugaci, quelle che riuscivano a rubare le giuste inclinazioni. Amava rubare tutto, di lui.
Ora si assapora. Si guarda e cerca di conoscersi. Nuda per conoscermi, pensa. Nuda per non sporcare i vestiti, forse.
Nuda si piange allo stesso modo che vestiti. Anche grazie a una cipolla: bianca, intensa, pizzicore da tutte le parti, lacrime che non smettono. Non piange per lui, e nemmeno per lei.
Piange per una cipolla, piange per il tempo.
Si strofina gli occhi, pensa. La carne deve essere pronta, la ricerca del suo futuro può iniziare. Guardando gli specchi, là vede una scintilla, forse deformata da una lacrima, ma è il futuro.
Profuma di birra, di arance. E, certo, di cipolle.
© Antonella Zanca, 2017
Antonella Zanca è tra gli autori dell’antologia “IN VIAGGIO” (collana Sdiario, Edizioni del Gattaccio).
Per acquistarlo potete scrivere a: info@edizionidelgattaccio.it
Buona lettura!