GUARDO QUESTA CITTÀ CHE SOFFRE
L’ho visto mentre stavo andando in banca, era accanto al marciapiede, stretto tra il cassonetto e una macchina in seconda fila. Era già secco, immobile perché morto, morto perché senza più energia, riverso su un fianco. Maschio, le piume gialle dicevano che era un maschio. Il mondo mi parla con cose come questa. Ho pensato “sono cazzate” ma il mio passo ha mancato un colpo e si è poi fatto traballante. Non sono ubriaca, è solo che quello che vedo mi spaventa. E allora penso. Mio figlio al sicuro nella sua aula, il mio uomo dentro un’azienda. Tutti in salvo, dunque. Eccetto il cardellino: lui no, era morto. Cardellino da cardo, visto che è ghiotto dei suoi semi. Animale appassionato, se muore è la fine di qualcosa. Sono stata attenta ma il telegiornale non ne ha parlato. Certo, non è notizia di rilievo che smetta di cantare un uccelletto con le piume gialle. Che poi chissà come, chissà quando, chissà perché. Non c’erano gatti in giro. Molto sole, molta puzza di scappamento, zero gatti. Un tempo i ragazzi con la fionda erano i migliori nemici dei cardellini, oggi la fionda non si sa più dove trovarla. Noi non sappiamo più come farla, se eventualmente ci serve. Traballo ancora un po’, mi sento strana. Ma chi mai potrebbe volere morto un cardellino? Ho pensato a mio nipote, oggi tre penne gialle in testa forse anche lui ce l’ha, glielo consente il ruolo di studente elementare, ancora per un giorno, quello ultimo dell’ultimo anno: c’è una recita in corso. Da casa ho chiamato mia sorella: no, anche lui sta bene. Mi sono sbagliata. Sono fortunata quando mi sbaglio, quando non so leggere le cose. Mi sento così bene per lo scampato pericolo che mi metterei a cantare. Certo che la voce di lei però è incrinata. Il caldo gioca certi tiri. Anche ai cardellini, che magari si perdono nel traffico. Non piove da mesi. È tutto inaridito. Le bestie soffrono. Le persone soffrono. La città soffre. Forse allora è per questo che la voce di Claudia esita, trema nella calura. Poi, d’improvviso.
Nostro padre si è sposato, dice. Apposta mi ha aspettata fuori da scuola per mostrarmi la fede.
Certi giorni, quando vado in banca, vorrei essere cieca.
© Roberta Lepri, 2017