Playlist [9] di Alessandro Morbidelli

© frame dal video Una lunga settimana di Mikeless

UNA LUNGA SETTIMANA

Sei sempre stato bravo con le illusioni. Meglio di un mago.
Apri le porte dell’incoscienza, ed è subito una questione di prospettiva.
Così, di lunedì, ancora senti il colpo che ti fa ronzare le orecchie, eppure ti dici che per finire sia necessario iniziare. È vero che la tua fatica è stare al mondo, ma manca poco.
Scivola via veloce, il lunedì, e vuoi vedere che quel ronzio, sotto sotto, serva a qualcosa.
Il martedì realizzi che nella tua testa i giorni camminano da destra verso sinistra, e che il giorno prima sta sempre più a destra di quello dopo. Sarà perché a sinistra sta il cuore. Potrebbe trattarsi di identificare una meta, di segnare un traguardo o semplicemente di seguire i passi degli dèi.
Il mercoledì il ronzio non c’è più, ma sei un giorno più vicino a lei, perché adesso te lo dici chiaro e tondo che è da lei che stai andando, seguendo sempre la giusta traiettoria. Da lei, che vedi bene con gli occhi della memoria. Tu lo sai, che devi fidarti della tua anima.
Il giovedì si vacilla sempre. Potrebbe capitarti, un giorno come un altro, di voler fermarti e di scendere dal treno, eppure capita sempre di giovedì, mai un giorno diverso. Allora stringi i denti, vorresti solo riposare il cuore e non sentire più nessun rumore, ma resisti.
Il venerdì è una gran festa sin dalle prime luci dell’alba. Arriva sera e hai lasciato alle spalle il lavoro, gli impegni, le parole che avresti evitato e quelle che sei stato costretto a dire, perché ti sembra sempre un po’ banale esprimere i tuoi sogni con la voce.
Il sabato ormai corri, come se non ci fosse un domani, eppure tu lo aspetti.
Ti dici che è stata una lunga settimana, poi arriverà lei e capirai che tutti i tuoi lamenti sono inutili.

Ti frega solo che di domenica faccia festa anche la magia. Le illusioni muoiono.
Ti senti perso. Sogni solo di fermare l’universo.
Ti alzi dal letto ed ecco il colpo, quello forte, che ti fa ronzare le orecchie.
Perché lei non c’è.
Non c’è nel letto a due piazze sfatto solo per metà.
Non c’è sulla sedia in cucina, nascosta sotto il tavolo.
Non c’è a bilanciare l’equilibrio del divano.

Così torni ad aspettare lunedì, per compiangere i peccati.
Quelli della domenica sera. Quelli che amplificano il ronzio. Quelli con un’altra lei qualsiasi.
Non sei cattivo, è che ti disegnano così. Alla realtà non sei abituato.
Da domani, una nuova magia.
Giorno dopo giorno.
Sarà una lunga settimana.

 

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