NEL DUBBIO
L’aveva raccolta come si fa con un animale trovato per caso. Era piccola, era piena di ferite e puzzava di un sacco di cose di cui lui non ricordava più l’odore, giovinezza compresa. Il suo era stato un gesto istintivo: lei gli si era buttata tra le braccia e lui le aveva aperte. Avrebbe potuto solo sorreggerla per non farla cadere, invece l’aveva abbracciata. E un attimo dopo aveva il naso tra i suoi capelli, nell’incavo tra il collo e la spalla, a respirare quegli strani odori. Poi l’aveva asciugata, sfamata e vestita. Lei lo aveva guardato senza fare caso a tutte le cose che lui non poteva più essere. Era bastato questo, a farlo felice. Nei giorni successivi, lei aveva finto di non innamorarsi e di non accorgersi che lui si stava innamorando. E così era andata avanti per qualche tempo, per sottrazione, sottraendosi all’idea che potesse funzionare. Un giorno semplicemente se ne era andata. Lui aveva pensato che fosse normale. Lei no. Lei da quel momento aveva iniziato ad amarlo. Il primo sintomo era stato l’odio per le cose che non potevano più fare insieme. Il caffè non aveva più lo stesso sapore, e lo aveva eliminato. A fine pasto il dolce non era poi così buono, e via anche quello. Nessun film al cinema pareva più interessarla, ma bastava aspettare per vederlo in tv. Aveva smesso di condividere anche le proprie idee politiche. Il primo maggio era restata a letto a guardare il soffitto. In estate non aveva fatto un solo bagno al mare e a Natale l’unico regalo che aveva comprato era stata una scatoletta speciale per il gatto. A forza di togliere dalla propria vita tutto quello che glielo ricordava, non le era rimasto un granché. Allora oggi lei si é messa a suonare alla porta, poi a grattare. lo ha atteso sul pianerottolo, ha pianto. Lui è rimasto dietro alla porta ad ascoltare, dritto in piedi come un soldato al turno di guardia. Quasi senza respirare. Certo, ha un sacco di dubbi. E, nel dubbio, la ama ancora.
© Roberta Lepri, 2016