
C’è stato un tempo – mi rivela il protagonista di questa pagina – in cui il tempo non esisteva. Ma c’è ancora un tempo – mi spiega con pazienza – in cui il tempo non esiste: scrivo una parte diversa per
l’attore che sono diventato.
Sì, interpreto me stesso: e allora?
Interpreto – precisa – un cadavere che va a passeggio. Il mio tempo arranca, considera poi. Non scivola sul ghiaccio, il mio tempo. Si ferma spesso a guardarmi. Ormai, chiarisce il protagonista, mi conosce da un bel po’. Ci sarà pure un motivo se voglio insultare il pubblico, come il nostro comune amico Peter.
Non sarà che anch’io, a pieno titolo, faccio parte di quel pubblico?
©Davide Marchetta