Il piatto piangeva

Gli avevano solo chiesto: che giorno è oggi? E lui avrebbe voluto rispondere per cinque mesi di fila. Nel gioco di luci dell’inverno la sua anima cambiava. La scrittura – sosteneva – come una creatura
vivente, nasce, cresce e poi muore. Ma è uno spettacolo vederla invecchiare. Nonostante tutto non voleva morire. Ma la salvezza non era prevista. Avrebbe voluto far succedere le cose. Ancora.
Così, si sedeva al tavolo da gioco. Ma il piatto piangeva. Aveva perso la dote. Si ricordò di quella volta che aveva messo i perché in valigia ed era partito. Non andava più alla ricerca di spiegazioni. Subiva. E basta. Nel più assoluto, demoralizzante silenzio.

©Davide Marchetta

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