Existenz

La non-esistenza (il non-esistere) lo intrigava. Questo perché la sua visualità non era programmata. Non era influenzata dal Super-Io.
Sì, è vero, il taccuino era un inquisitore che lo torturava, senza rispondere mai alle sue domande. Ma lui era troppo vigliacco per la vendetta. Niente di niente, diceva. Niente di niente. Non poteva
fottersene di meno. Di sé e degli altri. Le notizie su di me, diceva, non le troverai in edicola. Era morto talmente tante volte, da averci fatto l’abitudine. Sembrava che il dolore – perfino il dolore
– gli scivolasse addosso. Come tirarmi fuori dall’esistenza? Se lo domandava spesso. Non chiedo di peggio, diceva.

©Davide Marchetta

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