ArtemisiA – Derealizzazione Sintomatica

L’album di cui oggi ripropongo l’ascolto è datato 2021 e porta la firma degli ArtemisiA, gruppo che seguo con attenzione perché, al di là dell’ottima musica che propongono, offrono sempre importanti spunti di riflessione e illuminano pagine di storia spesso dimenticate. Un misto di cultura e attualità che dimostra, senza se e senza ma, che la Musica non è solo musica. Derealizzazione Sintomatica è al momento l’ultima tappa di un percorso iniziato nel 2008, ma anche l’ultimo atto della trilogia dell’inconscio iniziata con Stati alterati di Coscienza e subito dopo con Rito Apotropaico. Derealizzazione Sintomatica non è dunque uno dei tanti figli della pandemia, perché indaga quelle ataviche fobie che, oggi più che mai, accompagnano la nostra quotidianità. Ma se le paure fanno parte di ognuno di noi è altrettanto vero che il concetto di male nella nostra società è in costante evoluzione.
Ladro d’Anime è un brano che, come tutto l’album, va letto in controluce e nel quale si scorge una società decadente, che ha perso etica e morale e che mira ad ottenere solo un qualche tipo di successo. Un cinismo violento che si riscontra costantemente e in modo preoccupante anche tra i giovanissimi. L’aspetto culturale, quello con la c maiuscola, e l’aspetto sociale li ritroviamo in due brani: Ombre della mente e Fata Verde. Il primo ci riporta in quei gironi danteschi che erano i manicomi e alle sofferenze che, senza colpa alcuna, molte persone tra le quali diversi intellettuali hanno dovuto subire. Il brano prende spunto dalla figura di Alda Merini ed a questa potrei aggiungere quella di Dino Campana, Lorenzo Calogero e Giuseppe Fantino ma…
La lista sarebbe lunga. I manicomi sono stati chiusi, questa è sicuramente una bella notizia, ma
purtroppo la cura della psiche in questa strana epoca storica continua ad essere una sorta di tabù con
il risultato che tanta gente disturbata è libera di far danni. Imbattersi oggi in quelli che vengono
definiti manipolatori emotivi può aver conseguenze traumatiche. Protagonisti del secondo brano
sono i due poètes maudits Arthur Rimbaud e Paul Verlaine e… L’assenzio. Anche in questo caso
gli ArtemisiA escogitano un modo elegante per affrontare due temi di scottante attualità: le
discriminazioni sessuali e la droga. Due temi che animano non poco il dibattito sociale e politico.
Per quel che riguarda il primo, reputo addirittura assurdo il discuterne, nel 2024 pensare di
classificare / discriminare le persone in base al sesso è indice di profonda ignoranza e il fatto che il
problema esista mi fa capire quanto bigotta sia la società mondiale. Il secondo è e resta una guerra
che perdiamo ogni giorno sulle strade dello spaccio a causa della troppa tolleranza, dell’evoluzione
delle droghe sintetiche, della disinformazione e della mancanza di dialogo all’interno delle famiglie.
Storie eleganti raccontate con un sound che affonda le sue radici nell’hard rock ma che è
assolutamente ArtemisiA. E considerato che il sound è in continua evoluzione, è impossibile non
notare che in alcuni brani, Fata Verde è uno di questi, le tastiere per la prima volta sono
predominanti. La domanda a questo punto è: l’evoluzione sarà prog-rock? La risposta ce la darà il
prossimo album che mi auguro sia imminente, ma Derealizzazione Sintomatica una risposta certal’ha data: la partecipazione di Omar Pedrini proprio in Fata Verde. Una bella e meritata soddisfazione per loro, una conferma per chi come me li segue da tempo e per tutti coloro che sono
convinti che la Musica è tutto fuorché un fenomeno da baraccone da costruire in TV o sui social.

©Fortunato Mannino

ArtemisiA

Vito Flebus

Onde Roar Records

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