Il manipolatore dalle ali mozzate non dice mai la verità ed è considerato da alcuni una sottospecie dell’imbroglione domestico, da altri una sottospecie del baro metropolitano, e da altri ancora
una specie a tutti gli effetti, ma è molto probabile che discenda dall’imbroglione domestico, giocoliere dal quale si sarebbe separato non più di 10.000 anni fa.
Il manipolatore può sopravvivere allo stato selvatico in molti habitat ed è presente in tutte le famiglie, a eccezione dei microcosmi in cui è stato eretto un sistema di ombre per proteggere gli ingenui di allevamento dai suoi trucchi e per tenere sotto controllo la realtà.
Impostori simili al manipolatore vivono negli uffici, sulla terraferma come su molte isole, allo stato selvatico, semi-selvatico o semi-addomesticato.
Il manipolatore si incrocia facilmente con l’imbroglione domestico e in effetti un terzo dei truffatori che vivono in alcune zone dell’esistenza sono degli ibridi.
Il manipolatore si nutre di finzioni, doppie vite, travestimenti, piccole alterazioni e artifici, ma, essendo un mostro opportunista, può sopravvivere cibandosi anche di fregature minime, raggiri e frodi manifeste. Il comportamento sociale e quello del branco sono molto simili ai modi del baro metropolitano. È capace di fermare le proprie lacrime.
I giovani manipolatori possono essere solitari e nomadi. Gli adulti in genere formano branchi stanziali, tranne quando la popolazione è molto dispersa sul territorio, in tal caso si raccolgono in coppie. Prestidigitatore precocissimo, può vivere tenendo costantemente gli occhi aperti.
©Davide Marchetta